Chi tra gli appassionati dell'Egitto non ha mai sentito parlare dello Scarabeo del pettorale d'oro di Tutankhamon? Sarebbe inciso in una pietra extraterrestre,cosa che contribuì ad alimentare il mito del faraone bambino.
Tutankhamon era un faraone della XVIII dinastia,salito al trono verso i 9 anni e morto prima dei 20. Tra i 6000 oggetti trovati nel 1922 da Howard Carter e Lord Carnavon nelle varie stanze della sua tomba nella Valle dei Re c'erano molti tesori inestimabili e tra questi un gioiello era molto particolare : uno splendido pettorale in oro e pietre preziose,con al centro incastonato uno scarabeo. Di questo centrale si è parlato molto e non perché lo scarabeo fosse un simbolo dell'Egitto ed un potente amuleto,dal significato profondo di rinascita e crescita spirituale. Quello che colpiva era la natura della pietra nella quale era stato scolpito. Si trattava di una sorta di vetro,dall'origine extraterrestre. Forse,un possibile legame con esseri di altri mondi,che potevano aver visitato l'Egitto in tempi remotissimi? Un regalo da visitatori celesti? La verità è molto più semplice,e a raccontarla sono stati 2 studiosi italiani,i gemelli Angelo e Alfredo Castiglioni. Due studiosi appassionati e colti,che hanno seguito le tracce di luoghi nascosti a partire dai testi antichi. A loro si deve la scoperta di Berenice Pancrisia,considerata una leggenda del deserto,la città d'oro dei faraoni citata da Plinio il Vecchio,che doveva il suo nome alla regina d'Egitto Berenice I,vissuta tra il 340-275 a. C. Era il 1956 quando i fratelli Castiglioni decisero per la prima volta di partire per l'Africa a bordo di una vespa. La loro meta era il deserto libico-nubiano. Parliamo di una parte del deserto del Sahara,un territorio molto arido compreso tra il Sudan,l'Egitto e la Libia. Il suo clima è invivibile,con piogge che possono mancare anche per lunghi anni. Per questo non è abitato e difficilmente qualcuno lo attraversa,cosa che ha di certo aiutato a preservare intatti i suoi segreti. Da allora sono tornati innumerevoli volte in quella terra,cercando di fare nuovi ritrovamenti. Sentendo il racconto di un gruppo di cammellieri che parlavano del pericolo per i loro animali di attraversare un tratto del deserto nubiano,i Castiglioni si sono incuriositi,certi che le voci non nascono mai per caso,sopratutto quelle che resistono allo scorrere del tempo. Cosa c'era nelle calde sabbie che poteva tagliare gli zoccoli dei cammelli e dei cavalli? Poteva essere qualcosa che giungeva dal passato? La risposta stupì anche loro. Sotto uno strato di sabbia hanno trovato uno strano minerale,che ha preso il nome di silica glass. Era un vetro siliceo che si era formato dall'impatto di un meteorite di 28 milioni di anni fa con le sabbie pure del deserto. Dalla fusione del corpo celeste con i minerali terrestri era nato un nuovo materiale del tutto unico,realmente in parte extraterrestre e talmente bello e diverso da trovare posto al centro del pettorale del corredo funebre più bello dell'antichità. Il mistero era stato svelato e visto che il silica glass ritrovato era tanto,i Castiglioni hanno voluto lasciare una firma : una moneta da 100 lire,per testimoniare che la scoperta era stata italiana. E che non sarebbe stata dimenticata.
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