l loro nome deriva da Eolo,signore dei venti: l'arcipelago delle Eolie (o Lipari) è una delle meraviglie del Mar Tirreno,a circa 40 km dalla costa tirrenica messinese,a nord-ovest della Sicilia. Le sette isole principali (Lipari,Salina,Vulcano,Stromboli,Filicudi,Alicudi,Panarea),a cui si aggiungono alcuni isolotti più piccoli,sono disposte a forma di “Y” coricata. Si innalzano da un fondale marino profondo oltre 10.000 m e hanno tutte natura vulcanica. La maggior parte dei vulcani eoliani sono considerati estinti,ma non quelli di Stromboli e di Vulcano,tuttora in attività. In questa natura vulcanica che dà alle isole una bellezza emozionante e selvaggia sta la ragione del loro inserimento nell'elenco del Patrimoni dell'Umanità UNESCO in quanto “rappresentano un modello storico nell'evoluzione degli studi della vulcanologia mondiale. Sono uno straordinario esempio del fenomeno vulcanico ancora in corso. Studiate sin dal XVIII secolo,hanno fornito alla vulcanologia due tipi di eruzione (vulcaniana e stromboliana) e hanno occupato un posto eminente nell'educazione di tutti i geologi per oltre 200 anni”.
L'ossidiana,tesoro nero
Le isole si sono formate per effetto combinato dell'accumulo dei materiali eruttati e del lento innalzarsi del suolo nel corso dell'era Quaternaria. Sono state abitate fin dalla preistoria proprio per la loro natura vulcanica che le rendeva fertili ma sopratutto ricche di ossidiana,una sostanza vetrosa frutto delle eruzioni,particolarmente preziosa perché molto tagliente. Le Eolie si trovano così al centro di un ricco mercato e sede di fiorenti insediamenti abitativi: le prime testimonianze della presenza umana risalgono a un periodo compreso tra il 5500 e il 4000 a. C,come testimoniano tracce di vasi e di manufatti in ossidiana rinvenuti a Lipari e a Salina,le due isole in cui l'estrazione e la lavorazione erano più sviluppate. I ritrovamenti si semplici vasi realizzati a mano,perché il torchio ancora non esisteva,testimoniano che nel Neolitico c'erano insediamenti su tutte le isole,con l'unica eccezione di Vulcano. Appartengono invece all'Età del Rame (3000-2300 a. C) alcune tracce di abitazioni rinvenute a Filicudi,Panarea,Stromboli e Salina. L'importanza delle Eolie crebbe con il passare dei secoli: tra il 1600 e il 1300 a. C si trovavano su importanti rotte commerciali dei metalli,in particolare quella dello stagno,proveniente via mare dalla lontana Britannia e diretta ai mercanti orientali attraverso lo Stretto di Messina.
Crocevia di commerci
In epoca greca (V-IV secolo a. C) le Eolie erano un crocevia di popoli,in particolare Etruschi,Cartaginesi,e Greci,provenienti sin dalla Grecia sin dalla Magna Grecia e dalla Sicilia,e di commerci. Lo dimostrano i ritrovamenti di vasi,maschere di terracotta e manufatti pregiati della necropoli di Lipara,fondata nel 575 a. C. In seguito qui si scontrarono Romani e Cartaginesi nella prima guerra punica: Lipara fu conquistata da Roma nel 252 e l'arcipelago diventò centro di commercio di zolfo,sale e vino. Manufatti di oreficeria e frammenti di sarcofagi e statue funerarie testimoniano comunque la prosperità e la ricchezza dei centri abitati.
Subirono numerosi assalti
Dopo la fine dell'impero romano,le condizioni di vita nell'arcipelago peggiorarono anche a causa dell'attività vulcanica tra il 600 e il 700. Dall'836-37 arrivarono gli Arabi,che distrussero Lipara e ne deportarono gli abitanti. Le isole rimasero disabitate fino al 1083,quando vi giunsero i Normanni,che edificarono a Lipari un'abbazia benedettina. Nel 1544 le Eolie furono nuovamente invase dagli Arabi,alleati della Francia contro la Spagna,poi subirono assalti dai pirati e furono al centro di contese tra Aragonesi e Angioini. Infine furono assegnate ai Borboni e nel 1816 entrarono a far parte del Regno delle sue Sicilie.
Salina,l'isola dei vulcani gemelli
La seconda isola dell'arcipelago dopo Lipari per estensione e per popolazione è Salina. E' formata da 6 antichi vulcani,due dei quali,il monte Fossa delle Felci e il monte dei Porri,sono il primo e il terzo per altezza dell'arcipelago. I due vulcani,in apparenza gemelli,hanno dato origine all'antico nome dell'isola,Didyme,che in greco significa appunto “gemello”. Il nome attuale deriva invece da un laghetto situato presso una frazione del comune di Santa Marina di Salina,dal quale si estraeva il sale. L'isola di Salina è la più ricca d'acqua e la più fertile delle Eolie; vi si coltivano capperi,e uve pregiate da cui si ricava la Malvasia delle Lipari.
Vulcano,fucina del dio del fuoco
Secondo la mitologia,ospitava la fucina del dio del fuoco Efesto,che vi lavorava con i ciclopi. L'isola è frutto della fusione di vulcani diversi,il più grande dei quali è la Fossa: c'è anche un secondo cono,Vulcanello,collegato all'isola per mezzo di un istmo. La Fossa è un vulcano attivo,anche se l'ultima eruzione risale al 1888-1890. Lo si vede dai getti di vapore delle fumarole sui suoi versanti,contenenti acido borico,cloruro di ammonio e zolfo. Il vulcanismo dell'isola è visibile anche in mare,sotto costa,dove,sul fondale,fuoriescono getti d'acqua bollente,e per la presenza dei fanghi sulfurei caldi,molto apprezzati dai turisti per le loro proprietà curative.
Lipari,il cuore pulsante dell'arcipelago
Lipari è l'isola più grande dell'arcipelago. La sua conformazione rocciosa e la costa frastagliata offrono scenari splendidi. Sono numerosi i punti panoramici: il primo è offerto dalla rocca del Castello che domina il pittoresco centro abitato. Qui si trovava l'antica città fortificata,acropoli della colonia greca. Il Belvedere Quattrocchi è un altro punto di osservazione suggestivo,particolarmente visitato al tramonto. La natura vulcanica di Lipari si manifesta nella spiaggia di Valle Muria,dalla colorazione nera,mentre è il bianco a dominare la spiaggia di Papesca a causa della pomice mista alla sabbia e la Spiaggia Bianca,anch'essa composta da sedimenti di pomice che conferiscono un colore chiaro e brillante al fondale marino. E' di pomice bianca anche la montagna che domina la spiaggia di Acquacalda,sulla costa settentrionale dell'isola.
Alicudi e Filicudi,belle e selvagge
Alicudi e Filicudi si trovano all'estremità occidentale dell'arcipelago,in posizione defilata e quindi meno favorevole ad intercettare il flusso turistico. Perciò l'ambiente è più intatto e selvaggio. Su Alicudi,un tempo chiamata Ericussa ovvero “ricca di erica”,non ci sono strade carrozzabili e gli spostamenti avvengono a piedi o a dorso di mulo; Filicudi è amata dagli artisti,italiani e stranieri,e ospita ogni 2 estati una Biennale.
Stromboli non tace mai
Da circa 2 millenni il vulcano Stromboli,che occupa buona parte dell'isola omonima,si trova in uno stato permanente di attività eruttiva,con continui boati,esplosioni e spettacolari emissioni di lava e lapilli. Alcune volte,però,il vulcano “supera se stesso”. Come il 3 luglio 2019,quando si sono verificate 2 esplosioni tra le più forti mai registrate,che hanno causato la morte di un escursionista e la fuga di centinaia di turisti,o il 30 dicembre 2002,quando un'eruzione maggiore provocò il distacco di una frana che a sua volta innescò uno tsunami. Il vulcano è alto 926 m ai quali vengono aggiunti gli altri 2400,immersi sott'acqua. Qui lo scrittore Jules Verne ha ambientato la conclusione del suo romanzo Viaggio al centro della terra (1864). Il principale centro abitato dell'isola è San Vincenzo,ma è famoso il villaggio di Ginostra,considerato il porto più piccolo del mondo,dove l'elettricità è arrivata solo nel 2004,l'acqua potabile viene fornita dalla nave cisterna e l'illuminazione pubblica è assente. Lo Stromboli è un vulcano esplosivo ad attività intermittente. Le eruzioni si susseguono a intervalli variabili tra pochi minuti e alcune ore.
Il Museo di Lipari è un autentico gioiello
Il Museo archeologico regionale di Lipari,uno dei più importanti del Mediterraneo,con 50 sale,ospita reperti dell'età preistorica (5000 a. C) alla fase normanno-sveva. Creato nel secondo dopoguerra dagli archeologi Luigi Barnabò Brea e Madeleine Cavalier,ha anche 2 sedi distaccate,a Filicudi e Panarea. Si trova nel complesso del Castello di Lipari,una fortezza naturale posta sulla sommità della rocca che domina la piana circostante,difesa da una poderosa cinta muraria da un lato e a strapiombo sul mare dall'altro. Oggetto di studi dal 1950,vi sono state individuate diverse stratificazioni culturali,la più antica delle quali risale al 4000 a. C. Tra gli oggetti esposti,corredi funerari,cippi,stele tombali,vasi e sarcofagi in pietra,sculture in marmo e in pietra,ceramiche di vario genere,maschere teatrali. Il Museo è articolato in 3 sezioni,ospitate in 3 distinti edifici: il primo padiglione,dedicato alla preistoria,si trova all'interno dell'antico palazzo vescovile adiacente alla cattedrale di San Bartolomeo; la seconda sezione è riservata all'età greco-romana e ubicata nella struttura a nord rispetto alla cattedrale. Infine,la terza raccoglie le iscrizioni e la documentazione degli aspetti vulcanologi dell'arcipelago ed è ospitata nell'edificio a ovest del palazzo vescovile.
Panarea,regina del turismo
E' la più piccola e la meno elevata tra le isole dell'arcipelago,ma la bellezza del paesaggio e il mare splendido ne fanno una meta molto amata dai turisti. Dal 1997 fa parte della Riserva naturale orientata isola di Panarea e scogli viciniori,assieme alle isolette di Basiluzzo,Spinazzola,Lisca Bianca,Dattilo,Bottaro,Lisca Nera,che poggiano sullo stesso basamento sottomarino e costituiscono una sorta di piccolo arcipelago a sé stante.
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