Perché al Cinema si usa mangiare i popcorn?
E' una “tradizione” iniziata negli anni '20 negli Stati Uniti,anche se l'uso di mangiare popcorn durante spettacoli,esibizioni al circo e fiere,risale alla fine dell'Ottocento con l'importazione del mais dal Sud al Nord America. Nel 1885 Charles Cretors inventò la macchina portatile per fare il popcorn portando questo snack fuori dalle cucine. Alla fine degli anni '20,quando il Cinema non era più un passatempo solo per i nobili,i gestori della sale di proiezione capirono che avrebbero incassato molti soldi vendendo quei chicchi economici che si cucinavano in fretta. Infine nella Seconda Guerra mondiale,quando lo zucchero costava più del sale,caramelle e dolciumi furono soppiantati da questo alimento che diventò lo snack per eccellenza del Cinema.
Gli scoiattoli si rilassano con gli uccellini?
Sì. Gli scoiattoli sono molto attenti a ciò che succede intorno a loro: reagiscono ai segnali d'allarme lanciati dagli uccelli,approfittando così della vigilanza per gli stessi predatori. Lo aveva già evidenziato Keith Tarvin,dell'Oberlin College (USA),studiando lo scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus corolinensis).Ora ha visto che gli scoiattoli fanno attenzioni ai cinguettii degli uccelli anche quando questi sono tranquilli: quando li ascoltano,si rilassano a loro volta. I ricercatori del team di Tarvin hanno fatto sentire ai roditori il grido di un predatore,che li metteva in allerta. Se a questo seguiva il suono di uccelli tranquilli,però,anche loro si rilassavano rapidamente. Lo stesso non accadeva con un generico rumore di fondo.
Esiste una nave su cui non si soffre il mal di mare?
Sì. O meglio,ne esiste una sulla quale è più difficile averlo. Una grande imbarcazione che fosse più stabile in condizioni di mare mosso era infatti l'obiettivo degli Ingegneri Navali che hanno progettato la Greg Mortimer realizzata in modo tale da ridurre al minimo le oscillazioni. Questo è diventato possibile grazie a un particolare scafo bombato che riesce a fendere le onde con maggiore efficacia. Il brevetto dello scafo è del gruppo costruttori norvegesi Ulstein,che dal 2006 ha varato diversi mercantili così congegnati con l'obiettivo di contenere meglio i carichi in caso di intemperie. La Greg Mortimer però,inaugurata nel 2019,ha una particolarità: è una nave da crociera,e i suoi 122 posti letto servono a ospitare i turisti che desiderano visitare l'Antartide,sfidando i gelidi e agitati mari del Polo Sud.
Cosa c'è nella punta delle scarpette delle ballerine?
Le scarpette da danza classica dette “a punta” hanno un rinforzo nella punta fatto di strati di stoffa,gesso e colla. Questo avvolge la parte terminale del piede e permette alle danzatrici di eseguire molti passi in equilibrio sulle punte delle dita. Calzando la scarpetta,di solito ricoperta di raso,il piede può piegarsi perché la suola è piuttosto morbida ma le dita,compresse e ben distese,nel guscio rinforzato della punta,sono bloccate. La piccola parte piatta della scarpa che poggia sul pavimento,sulla quale le ballerine scaricano il loro peso quando sono sulle punte,si chiama embout. Alcune case produttrici hanno negli ultimi anni sviluppato scarpette con la punta realizzata in materiali sintetici,che le rende più durevoli e anche più comode. In ogni caso,l'uso delle scarpette da punta,croce a delizia di tutte le ballerine,deve iniziare,sotto la supervisione dell'insegnante,solo quando piedi e gambe hanno sviluppato la muscolatura adatta a sostenere il peso del corpo.
Perché la dieta non funziona per tutti allo stesso modo?
Perché siamo tutti diversi e ognuno di noi “risponde” in maniera differente ai cibi. Perfino chi condivide il DNA dalla prima all'ultima lettera,come i gemelli omozigoti:Tim Spector e Sarah Berry,epidemiologi del King's College di Londra,con una delle ricerche più ampie mai realizzate per capire la risposta individuale agli alimenti hanno dimostrato proprio su coppie di gemelli che la reazione al glucosio (cioè lo zucchero) è spiegata dalla genetica per non più del 50%,quella ai grassi per meno del 20%. Con buona pace della nutrigenomica secondo cui,una volta conosciuto il genoma,si potrebbe dare a ciascuno la dieta “giusta” per i suoi geni e così dimagrire,dire addio a problemi metabolici,malattie cardiovascolari e così via: non a caso,molti studi nati per mettere alla prova le “diete del DNA” hanno fallito e chi le ha provate non riesce a perdere più peso rispetto a chi ha tentato altre strade.
Biscotti. Ma se i geni non spiegano perché qualcuno ingrassa a mangiare un biscotto e altri non mettono 1 etto pur senza rinunciare mai al dessert,che cosa provoca le variazioni individuali del metabolismo,spesso tutt'altro che irrisorie? Il sonno,lo stress,l'attività fisica e perfino quel che si è mangiato nel giorno precedente influenzano il metabolismo di ogni pasto,ma molto pare dipenda dai batteri che abbiamo nell'intestino e che “alleviamo” col nostro stile di vita: perfino i gemelli omozigoti condividono appena il 37% delle specie della flora intestinale (la stessa percentuale,fra due persone senza parentela,è del 35%),il resto dipende dal tipo di dieta che seguiamo,l'ambiente in cui viviamo,le abitudini. Una ricerca del Weizmann Istitute of Science israeliano lo ha confermato: la presenza nell'intestino di alcuni tipi di batteri piuttosto che ad altri si associa a incrementi della glicemia più o meno marcati dopo uno stesso pasto,tanto che perfino un concetto generale come l'indice glicemico di un alimento (ovvero quanto si alza il glucosio nel sangue dopo il consumo di qualcosa che contiene carboidrati) non sarebbe uguale per tutti,ma un valore un po' diverso per ciascuno. Eran Segal,l'autore dello studio,per chiarire il concetto ha raccontato il caso di una signora di mezz'età obesa che non aveva mai tratto vantaggio da alcuna dieta: partecipando all'indagine ha scoperto che gli apparentemente innocui pomodori le provocavano un picco glicemico inatteso,tanto da vanificare tutti gli sforzi per dimagrire. Casi inusuali a parte,le risposte individuali ai carboidrati e ai grassi parrebbero le più importanti da indagare per disegnare diete su misura: trovare i cibi che in ciascuno provocano i picchi più elevati di glicemia,insulina e trigliceridi significherebbe incidere sul serio sulla tendenza o meno a mettere su chili di troppo e anche sulla probabilità di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari. Perciò non esiste una dieta efficace sempre e su chiunque: per qualcuno può essere meglio limitare i carboidrati,per altri ridurre i grassi (emblematica l'esperienza di due gemelle dello studio inglese,una con una risposta metabolica poco sana alla cioccolata ma in grado di tollerare senza grossi traumi metabolici le patatine,l'altra con la reazione inversa). Non sono però in discussione i capisaldi della nutrizione: a prescindere dal metabolismo individuale,per dimagrire tocca contenere le calorie, evitare i cibi industriali o troppo trasformati,mangiare più frutta e verdura.
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