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La siccità nel destino di Assiri & Maya

 

Scoperta la causa del crollo delle più importanti civiltà del passato? E' possibile che ci sia un comune denominatore tra le cause che hanno portato al collasso le più grandi civiltà poi scomparse? Assiri & Maya,due culture così distanti nel tempo e nello spazio e così diverse,potrebbero essere crollate per lo stesso motivo: la mancanza d'acqua.

L'acqua è sinonimo di vita; è uno di quegli elementi fondamentali che permettono alle popolazioni di prosperare. L'acqua serve non solo per bere ma anche per abbeverare il bestiame,per coltivare,per curare l'igiene,per spegnere incendi e anche per scopi religiosi. Quasi tutte le grandi città che conosciamo hanno un fiume che le attraversa. L'antica Roma prosperò grazie alla costruzione di ben 11 acquedotti che,ogni giorno,portavano enormi quantitativi d'acqua nella capitale dell'Impero. Se ci sono le condizioni favorevoli una popolazione cresce,si espande ma tutto è fortemente dipendente dall'acqua. Provate a pensare cosa succederebbe se in poco tempo avessimo a disposizione solo 1/10 dell'acqua che normalmente utilizziamo? Ci sarebbe il caos,si ridurrebbe drasticamente il lavoro nelle fabbriche,l'agricoltura e l'allevamento subirebbero un forte ridimensionamento,per non parlare degli effetti sulla popolazione costretta a centellinare l'acqua,almeno per non morire di sete. Praticamente una società al collasso! Questo è quello che potrebbe essere accaduto nel passato a diverse civiltà del nostro pianeta.

Il segreto delle stalagmiti

Ma come può avvenire che la disponibilità di acqua cali improvvisamente in un territorio che per secoli né è stato ricco? A noi sembra impossibile da immaginare,ma le nostre vite hanno un orizzonte temporale limitato che spazia per un centinaio di anni al massimo; tuttavia recentissimi studi dimostrerebbero che in alcuni periodi sia accaduto proprio questo. Il segreto di questa ricerca è nelle “stalagmiti”,quelle formazioni calcaree che crescono risalendo dal pavimento delle grotte (mentre le “stalattiti” sono quelle formazioni che discendono dalla sommità delle grotte). Infatti le stalagmiti si sono rivelate indicatori del clima come pochi altri elementi naturali,perché la loro crescita è influenzata dalle piogge e dalla quantità di acqua che filtra dal terreno sovrastante. Nelle grotte l'acqua porta il carbonato di calcio che si deposita in strati di calcite,due lamine all'anno,una in primavera e l'altra in autunno. Queste due fasi hanno struttura e colore differenti; una compatta bruna e l'altra con calcite diffusa più chiara. Queste lamine sono paragonabili agli anelli di accrescimento degli alberi e il loro conteggio consente datazioni molto precise. Le stalagmiti possono avere anche centinaia di migliaia di anni (la più antica stalagmite d'Europa si trova nella Grotta di Antiparos,in Grecia,e vanta circa 45 milioni di anni). Anche se le stime di datazione risultano più accurate per le ultime centinaia di anni,mentre si rivelano più approssimate sopra le migliaia,le stalagmiti si possono considerare dei preziosissimi “archivi geologici” che ci informano sulla storia climatica e geologica locale.

La grande siccità di 4200 anni fa

Questo tipo di ricerche è notevolmente preso in considerazione da tutti gli scienziati. Uno dei più importanti risultati è stato ottenuto studiando una stalagmite di una grotta nello stato di Meghalaya nell'India nordorientale. Le stratificazioni calcaree di quella stalagmite hanno messo in evidenza un evento di portata globale che avvenne 4200 anni fa: un grande periodo di siccità che durò ben 200 anni. Questo fenomeno andò a colpire gravemente le società agricole che si erano sviluppate dopo la fine dell'ultima era glaciale. Molti studiosi sono concordi nel ritenere che questo devastante avvenimento fu la causa delle grandi migrazioni di popoli che si verificarono,in quel periodo,in molte aree del pianeta. Imponenti esodi colpirono tutte le grandi civiltà: in Egitto,in Grecia,in Medio Oriente,in Mesopotamia,nella Valle dell'Indo e persino nell'area cinese. Un evento di portata globale talmente importante da aver spinto la commissione Internazionale di Stratigrafia a battezzare una nuova età geologica: l'”eta Meghalayan”,proprio dal nome della grotta indiana.



La fine degli Assiri

Proprio grazie allo studio delle stalagmiti gli scienziati hanno posto fine al lungo dibattito sulle cause del rapido declino della civiltà assira che per secoli ha fatto discutere storici e archeologi. L'equipe di ricercatori,coordinata dal paleoclimatologo dell'Università della California: Ashish Sinha,ha analizzato le stalagmiti presenti nella grotta di Kuna Ba,a 300 km da Mosul città dove un tempo prosperava Ninive,una delle più fiorenti città che raggiunse il suo apice intorno alla metà del 600 a. C sotto il regno di Assurbanipal. I risultati pubblicati sulla rivista Science Advances coprono ben 4000 anni di storia climatica e hanno evidenziato come tra il 675 e il 550 a. C. ci sia stato nella regione un eccezionale periodo di siccità. Tale fase coincide proprio con la lunga serie di conflitti interni che indebolì l'impero Assiro dopo la morte di Assurbanipal. Ninive venne conquistata nel 612 a. C. segnando il definitivo tracollo di una delle più importanti civiltà del passato che aveva dominato la regione mesopotamica per più di 1000 anni. Secondo gli studiosi la siccità colpì profondamente la struttura dell'Impero Assiro perché questa si basava su un'agricoltura elementare che dipendeva dalle precipitazioni stagionali,mentre i Babilonesi che già adottavano sistemi di irrigazione più avanzati,seppero resistere meglio all'improvvisa mancanza d'acqua.

Il crollo della civiltà Maya

Anche la fine dei Maya sembra essere segnata dallo stesso destino: la siccità. Questo è quanto è emerso dallo studio delle stalagmiti nella grotta di Yok Balum,in Belize. Ben 2000 anni di precipitazioni sono registrati nei sedimenti calcarei di quella grotta che hanno fornito preziosissimi dati sui cambiamenti climatici avvenuti nella regione dove un tempo prosperava l'antica civiltà Maya. Confrontando i dati acquisiti con la documentazione archeologica i ricercatori hanno verificato sorprendenti corrispondenze tra l'abbondanza di precipitazioni e i periodi di espansione della popolazione Maya,così come evidenti fasi critiche corrisponderebbero ai periodi maggiori di siccità. Piogge molto intense verificatisi tra il 450 e il 660 d. C. avrebbero portato ad un forte incremento demografico e alla fioritura delle più importanti città mesoamericane come Tikal,Copan e Caracol. Al contrario,tra il 1020 e il 1100 d. C. eccezionali periodi di siccità avrebbero trascinato al collasso la fiorente civiltà Maya determinando una forte riduzione della popolazione in tutta la regione. Questo spiegherebbe anche la numerosa presenza di statue raffiguranti Chaac la divinità Maya della pioggia. Così anche l'impero Maya che aveva dominato gran parte del Mesoamerica per più di 1000 anni lasciando sorprendenti testimonianze sia artistiche che architettoniche,non seppe resistere alla devastante forza delle variazioni climatiche. Insomma, lo studio delle stalagmiti sta sempre più divenendo uno strumento essenziale,non solo per capire le variazioni climatiche degli ultimi millenni,ma anche per comprendere a 360° le vicissitudini di quei popoli che hanno segnato per sempre la storia di questo pianeta.

Il recente passato europeo

Il rapporto tra le fluttuazioni climatiche dei secoli passati e la crescita delle stalagmiti è sempre più oggetto di studio. Dall'analisi di 5 stalagmiti presenti nella Roaring Cave,una grotta nel nord-ovest della Scozia si è potuti risalire al clima europeo degli ultimi 3000 anni. Gli studi portati avanti da un gruppo di ricercatori dell'Università Australiana del New South Wales hanno messo in relazione diversi periodi di basse precipitazioni con importanti eventi storici in tutta Europa. Tra il 290 e il 550 d. C. si verificò un forte periodo secco nel Mediterraneo occidentale mentre il Nord sarebbe stato caratterizzato da intense e prolungate piogge. Questa particolare situazione climatica avrebbe contribuito al declino dell'Impero Romano d'Occidente e nella migrazione di popolazioni verso sud: le cosiddette invasioni barbariche. Un periodo inverso,con forti precipitazioni al Sud e clima secco al Nord,si sarebbe verificato tra il 600 e il 900 circa. Secondo gli studiosi questo spiegherebbe l'epoca delle conquiste dei Vichinghi che dai paesi scandinavi si spinsero verso Ovest alla conquista dell'Inghilterra.

In più… Le grotte di Frasassi (in provincia di Ancona),conservano stalagmiti spettacolari formatisi nel corso di milioni di anni grazie all'opera dell'acqua sulla roccia.








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