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Curiosità


 

Come funziona un litigio che funziona?

Durante le lunghe settimane di quarantena abbiamo tutti sperimentato gioie e dolori della convivenza forzata,con lo stress alle stelle e l'impossibilità di uscire a fare una passeggiata per far “sbollire” le tensioni. I rapporti interpersonali sono stati messi alla prova,e per molti le discussioni sono state all'ordine del giorno.

Necessità. In generale,però,a nessuno (o quasi) piace litigare,sopratutto con il partner,sopratutto se ne siamo innamorati. Eppure nella pratica,anche in assenza di quarantene,succede a tutti,ed è bene che sia così. Purché si lascino fuori dalla porta la violenza,gli insulti e in generale la mancanza di rispetto,le discussioni sono utili e necessarie perché la relazione possa svilupparsi in modo soddisfacente per entrambi.

Benessere. Esprimere e difendere le proprie esigenze con il partner,a costo di affrontare un litigio per questo,è importante anche per se stessi,per il proprio equilibrio mentale. Nascondere i propri bisogni per il “quieto vivere”può rappresentare infatti una bomba a orologeria per la relazione,ma sopratutto per il proprio benessere: si accumulano rabbia e frustrazione,che a lungo andare si possono trasformare in stati di ansia e depressione. Ma come si fa a “litigare bene”,cioè in modo tale da farci sentire,dopo,meglio e non peggio di prima,magari anche con la sensazione di aver capito qualcosa di più di se stessi e dell'altro?

1) Prendere tempo. La prima regola”,dice Amalia Prunotto,Psicologa & Psicoterapeuta,”è la stessa che consigliavano le nonne: contare fino a 10 prima di aprire la bocca. Serve a frenare l'impulso rabbioso,a evitare di dire cose che feriscono e che non avremo voluto veramente dire,o che magari non pensiamo neanche,con il risultato di complicare ulteriormente le cose senza,tra l'altro,ottenere nulla”.

2) Chiarirsi gli obbiettivi. La seconda regola,infatti,è chiarire a se stessi che cosa vogliamo dire,stabilire qual'è l'obbiettivo della discussione e cercare di restare concentrati su quello. Che cosa vogliamo ottenere dal nostro partner? Che cosa,in particolare,desideriamo che l'altro sappia,o capisca? Cerchiamo di metterlo a fuoco e poi di esprimerci bene,senza recriminare o farci distrarre dalla rabbia o dalla frustrazione.

3) Esprimersi chiaramente… Una cosa che le persone (più spesso le donne) generalmente sopravvalutano è infatti la capacità del partner di leggere nel pensiero”,dice Prunotto. “Ma l'amore non dà poteri speciali. “Se mi ami lo capisci da solo” è un'affermazione piuttosto sciocca. Perché l'altro capisca i nostri sentimenti,bisogna comunicarglieli”. E perché il nostro partner ascolti,e non si chiuda a riccio nell'autodifesa,bisogna evitare di offendere e di aggredire.

4) ...e in prima persona. Una strategia che funziona”,continua Prunotto,”è quella di parlare sempre in prima persona. Dire: “Questa cosa che hai fatto mi ha fatto sentire in questo modo”(e non “tu sei uno stro..”,oppure “tu fai così perché...”) attiva l'empatia,ed è più efficace che qualsiasi insulto o recriminazione”.

5) Ascoltare. Sembra ovvio ma a volte non lo è: se vogliamo essere ascoltati,dobbiamo farlo anche noi,mettendo a disposizione del partner il tempo e la pazienza che servono,senza interromperlo. Potremo così scoprire cose che non avevamo capito o che pensavamo di sapere dell'altro….e invece no. Ecco a cosa sarà servito litigare.

Te l'avevo detto! Litigare ogni tanto fa bene. Attenzione però...moderate l'aggressività,e non vi picchiate!

Perché baciando chiudiamo gli occhi?

Per avvertire in modo più intenso le sensazioni date dal contatto fisico. Secondo la Royal Holloway University di Londra,il cervello quando è investito da un eccesso di stimoli si “difende” escludendone alcuni per privilegiarne altri. In generale,gli stimoli del campo visivo tendono ad avere la priorità,ma in particolari condizioni emotive,come quelle scatenate da un bacio romantico,il cervello privilegia le informazioni che gli arrivano dagli stimoli tattili,tagliando fuori ciò che potrebbe distrarlo,e quindi imponendo agli occhi di chiudersi. Lo studio non è stato svolto su persone che si baciavano,ma chiedendo agli esaminati di leggere alcune frasi in contesti più o meno difficili,misurando nel frattempo la loro risposta a stimoli tattili e vibrazioni. Molti sono risultati meno sensibili al tatto mentre si sforzavano di vedere meglio. Al contrario,se si chiedeva loro di chiudere gli occhi,la consapevolezza del tatto aumentava.

Ma….chiodo scaccia chiodo?

Sì. Uno dei consigli più comuni che si possono ricevere alla fine di una relazione,e cioè di sostituire rapidamente il vecchio amore con uno nuovo,avrebbe in realtà un fondamento scientifico. Lo sostiene lo studio della City of New York University che ha indagato le dinamiche psicologiche di chi aveva appena vissuto una rottura sentimentale: i risultati raccontano che le cosiddette “relazioni di rimbalzo”,cioè quei rapporti iniziati prima che i sentimenti sorti nella relazione finita si siano risolti...effettivamente funzionano. Lo studio ha infatti valutato il benessere degli esaminati,i loro sentimenti verso gli ex e le loro frequentazioni. Risultato: chi si era fatto rapidamente coinvolgere da una nuova relazione dimostrava più fiducia in se stesso ed era più risoluto negli atteggiamenti verso il vecchio partner. Inoltre,dimostrava una salute psicologica e relazionale maggiore. Evidentemente,la tattica del “chiodo scaccia chiodo”è più vantaggiosa del previsto.

Perché le coppie vanno in crisi in vacanza?

Passando più tempo assieme,il partner finisce sotto la lente d'ingrandimento. Uno studio della London University ha messo in luce come le ferie siano un vero banco di prova per eventuali incompatibilità. Infatti,nella routine quotidiana ciascuno ha spazi e compiti propri,ma in ferie tutto va gestito assieme e negoziato: come trascorrere le giornate,cosa visitare,quanto spendere,dove mangiare. Così,le differenze di interessi,attitudini e inclinazioni pesano di più e i difetti dell'altro possono diventare insopportabili. Inoltre,nel generare tensioni contano le aspettative sulle vacanze,spesso viste come momento “magico”in cui tutto deve filare liscio; verso il partner,che si vorrebbe compagno di viaggio ideale e magari diverso dal solito (più divertente,disponibile,appassionato). Pertanto,se si spera che la vacanza salvi un rapporto in crisi,si può restare delusi: uno studio dell'Università di Washington ha riscontrato un picco di richieste di divorzio proprio al rientro.


 

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