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Esiste l'anima gemella?


 

Se siete alla ricerca del/della partner ideale,che completerà la vostra vita e si fonderà con voi in uno solo corpo e una sola animalasciate perdere,è scientifico: non funziona così. Però un amore felice si può costruire,e vi spieghiamo come.

Diciamolo subito,l'anima gemella non esiste. Si tratta di una gigantesca “fake” news “notizia falsa”,alimentata da milioni di canzoni e messa in giro secoli fa da qualche pessimo interprete del filosofo Platone: su questo punto gli esperti sono tutti d'accordo. Il mito della coppia unita in origine in un solo corpo e una sola anima,poi spaccata in due da degli dèi che ci avrebbero così condannato alla ricerca della nostra metà mancante….è,per l'appunto,un mito,cioè qualcosa che non è mai esistito. Ma che purtroppo,nonostante questo,continua a fare danni incalcolabili alla felicità degli esseri umani.

Idee che cambiano le cose

Lo dimostra l'esperienza comune,ma anche uno studio dell'Università di Toronto,svolto in un campione di coppie intervistate più volte nel corso del tempo: “Le persone che avevano un'idea dell'amore come della sintonia perfetta tra due anime vivevano relazioni più brevi e in generale peggiori rispetto a chi,invece,se lo rappresentava come un viaggio o comunque come qualcosa in evoluzione,una costruzione cui occorre partecipare attivamente”,ha detto lo Psicologo Spike W.S Lee,coautore dello studio. “Questo accade perché il modo in cui pensiamo e parliamo d'amore incide profondamente sulla valutazione del rapporto che viviamo,e di conseguenza sulla nostra capacità di superarne le inevitabili difficoltà”. Infatti: se crediamo che l'intesa amorosa possa o debba essere ideale,alla prima dissonanza con il partner ci sentiremo molto più infelici,insoddisfatti e sopratutto saremo più tentati dall'idea di “cambiare aria”.Se,invece,siamo profondamente consapevoli che l'altro è diverso da noi,e che per capirci dovremo affrontare qualche problema,saremo anche più preparati ad affrontarli e,possibilmente,a superarli.

Calibrare le aspettative

E' d'accordo Amalia Prunotto,Psicologa,Psicoterapeuta e coautrice di Amori 4.0,saggio che esplora le relazioni del terzo millennio: “L'anima gemella è un'illusione. Quando,di solito per brevissimi periodi di tempo,pensiamo di averla trovata,in realtà stiamo solo proiettando sul partner le qualità che vorremmo avere per noi stessi. Un amore invece che funziona è invece quello che nasce dalla curiosità e da un vero interesse per la diversità dell'altro,dall'entusiasmo per la sua scoperta”. Perché,e questa è la notizia più importante,se l'anima gemella non esiste,gli amori felici per fortuna sì,eccome. Peccato che neanche imbattersi in uno di quelli sia una questione semplice. Limitarsi ad abbassare le aspettative,per esempio,non basta e può addirittura risultare controproducente. Lo ha verificato una ricerca della Florida State University,che ha intervistato a più riprese 135 coppie di sposi,registrando e analizzando le loro discussioni a distanza di anni. Risultato: chi all'inizio del matrimonio aveva attese molto alte,per esempio che il partner soddisfacesse tutti,o quasi,i suoi bisogni,materiali ed emotivi,rimaneva ovviamente deluso. Ma finivano con il fallire anche le coppie più “ciniche”,dove uno o entrambi i partner si aspettavano troppo poco dall'altro. In questo caso a minare la relazione era la mancanza di fiducia e sopratutto di comunicazione. Aspettarci poco o niente dal partner,infatti,significa non provare neanche a chiedergli quello di cui abbiamo bisogno. E per forza di cose restano delusi. “E' una difficile e continua ricerca dell'equilibrio”,ha spiegato lo Psicologo James McNulty,autore dello studio,”e per ogni coppia è differente: le persone sono diverse nella loro personalità,nei loro obbiettivi,nelle difficoltà che devono affrontare nella realtà di tutti i giorni. L'ideale sarebbe chiarire a se stessi e al partner quali sono i propri punti di forza e di debolezza e poi calibrare su questi le aspettative riguardo alla relazione”. E svolgere questa operazione non una volta per tutte,ma tutte le volte che serve. Se tutto va bene,però,il punto di arrivo potrebbe essere quello che si legge negli sguardi di certe coppie di anziani: l'anima gemella,dopo tanti anni di scambio e di “lavoro”,se la trovano proprio lì accanto.

Emozioni come una droga

Facciamo allora un passo indietro,a quando il rapporto è appena iniziato e ci stiamo chiedendo se la persona con cui abbiamo a che fare potrebbe essere non la nostra anima gemella ma….una sua buona approssimazione,qualcuno con cui comunque può valere la pena di fare quel lavoro di reciproca scoperta e “aggiustamento” di cui abbiamo appena parlato. La forza dell'innamoramento è una buona spia? “Purtroppo no”,commenta Prunotto,”perdere la testa per qualcuno non è un segnale sufficiente. Sopratutto in quest'epoca,che potremmo definire di “love bombing”. Grazie ai social,oggi fare nuovi incontri è diventato semplicissimo,e così molte persone si innamorano continuamente per poi,esaurito lo slancio iniziale,abbandonare la relazione,in cerca di nuove emozioni forti. Usano l'amore come un antidepressivo,per affrontare la fatica di vivere: per loro funziona come una droga,e in effetti a livello biochimico è proprio così,perché provoca un forte rilascio di dopamina nel cervello,ma questo non dice nulla sulla qualità e sulla tenuta della relazione”. Provare un'emozione intensa,quindi,non garantisce il futuro di una relazione. E la passione? L'attrazione sessuale? “Lo stesso discorso vale anche per il sesso,cui oggi l'opinione comune attribuisce forse un significato eccessivo: in realtà,all'interno di una relazione felice,è solo uno dei tanti canali che servono a comunicare effettività”,dice Prunotto. E quindi,non c'è modo di capire per tempo se una relazione appena nata “vale lo sforzo” oppure no? “Bisognerebbe ascoltare il nostro sesto senso,l'intuito,quella vocina che,prima che ne siamo consapevoli,ci avverte se qualcosa gira o non gira come dovrebbe”,continua la Psicologa: “E' una parte di noi che non ha più a che fare con il cervello e con i sentimenti. Ci segnala l'esistenza di informazioni importanti che abbiamo registrato a livello inconscio ma che non abbiamo ancora analizzato razionalmente,mentre dovremmo farlo. Il problema è che l'innamoramento ci stordisce e di rado riusciamo ad ascoltare. E poi,naturalmente,dovremmo valutare come questa relazione ci fa sentire: l'amore sano porta qualcosa in più nella nostra vita,la rende più piena,allarga i nostri orizzonti,ma non ci chiede di chiudere gli occhi su niente. Un segnale positivo immediato è anche avere lo stesso senso dell'umorismo,che rappresenta un ottimo collante di coppia”. Almeno in questo caso,cercare l'anima gemella ha un senso. Lo conferma anche uno studio dell'Università del Kansas,che ha analizzato il comportamento di 51 coppie al loro primo appuntamento: il numero di volte in cui i 2 scoppiavano a ridere insieme risultava essere il migliore indicatore di uno sviluppo romantico del loro incontro.

L'importanza della gentilezza

Ma il fattore forse più decisivo per la riuscita di una coppia lo ha rilevato di recente uno studio dell'Università del Michigan: è… la gentilezza. Per giungere a questa conclusione,i ricercatori hanno analizzato i tratti di personalità di un panel che conteneva i dati di oltre 2.500 coppie eterosessuali sposate da circa 20 anni. “Le persone investono molte energie nella ricerca di qualcuno che sia compatibile,ma i nostri studi dimostrano che non è questa la cosa più importante: avere personalità simili ha uno scarso impatto sulla misura in cui le persone si sentono soddisfatte della propria vita e della relazione”,ha detto lo Psicologo Bill Chopik,a capo dello studio. “Invece,la domanda giusta che dovremmo farci riguardo a un possibile partner è se si tratta di una persona buona e gentile,perché alla fine è questa la chiave di una relazione felice”.A pensarci bene,si tratta di un risultato ovvio: se per far funzionare un amore servono comunicazione,ascolto e disponibilità al compromesso,allora gentilezza e rispetto sono prerequisiti necessari per andare d'accordo. Ma non è finita qui. “Va detto,comunque”,conclude Prunotto,”che gli incontri giusti si riconoscono molto più facilmente e possono poi svilupparsi in relazioni felici se abbiamo prima imparato a stare bene con noi stessi,se siamo capaci di restare con la mente e con il cuore ben centrati nella nostra esistenza...”. Il che,forse,è il compito più difficile. Ma anche il più importante di tutti.


 

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