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Il terremoto dell'Alaska


 Alle 17:36 PM del pomeriggio del 27 marzo 1964 un violento terremoto di magnitudo 9.2 colpì lo stretto di Prince William (è uno specchio di mare stretto tra le impervie montagne che si affacciano sul golfo dell'Alaska e le acque antistanti racchiuse da un gran numero di isole che lo separano dall'oceano Pacifico). La rottura dell'evento fu localizzata a 25 km sotto la superficie ; l'epicentro venne invece individuato a 10 km (6 miglia) ad est della foce del College Fjord (il fiordo College è un fiordo situato nell'Alaska nel Census Area di Valdez-Cordova),a 90 km ad ovest di Valdez (è una cittadina degli Stati Uniti compresa nello Stato dell'Alaska) ed a 120 km (75 miglia) ad est di Anchorage (è la più grande città dell'Alaska con un porto navale posto sulla Baia di Cooksi estende per 290 km dal golfo dell'Alaska ad Anchorage,nell'Alaska centro- meridionale-). In quest'ultima località i danni furono particolarmente gravi : crollarono palazzi,si aprirono voragini nelle strade e le sabbie si liquefecero (in geologia la liquefazione delle sabbie è il comportamento dei terreni sabbiosi che,a causa di un aumento della pressione interstiziale,passano improvvisamente da uno stato solido a uno fluido,o con la consistenza di un liquido pesante e acido). Avendo colpito anche il mare,il sisma provocò uno tsunami con onde alte 30 m : 143 persone morirono,con pesanti danni.

Ma,come tutti noi ben sappiamo,c'è sempre una spiegazione a tutto.


Sotto l'Oceano Pacifico al largo dell'Alaska...si nasconde un supervulcano?

I sei picchi che sorgono su un piccolo arcipelago al largo dell'Alaska non sarebbero vulcani indipendenti,ma apparterebbero ad unico supervulcano.


C'è un supervulcano al largo delle coste dell'Alaska,dove sorgono le Islands of the Four Montains (isole delle quattro montagne,una piccola serie di isole appartenenti all'arcipelago delle Aleutine ) : è l'ipotesi sostenuta da un nuovo studio presentato alla riunione autunnale dell'American Geophysical Union. Le sei cime che sorgono sulle isole non sarebbero vulcani indipendenti,ma si tratterebbe di una serie di bocche vulcaniche connesse,disposte sul bordo della stessa grande caldera. Gli scienziati stavano studiando l'archeologia della regione quando scoprirono alcune anomalie geologiche : la prima osservazione fu la strana disposizione semi-circolare dei vulcani,situati in posizioni molto ravvicinate tra loro. Gli esperti,infatti,ipotizzano la presenza di una caldera, generata dal collasso di un vulcano dopo una grande eruzione,che avrebbe creato una grande depressione sulla superficie terrestre. I sei vulcani sarebbero dunque delle strutture geologiche disposto attorno a una caldera larga circa 20 km e profonda centinaia di metri. Il campanello d'allarme è suonato quando sono state scoperte rocce piroclastiche,le ignimbriti (l'ignimbrite è una roccia piroclastica,prodotta,cioè,dalla frammentazione di rocce o di lava non consolidata durante l'attività esplosiva),che si formano a seguito di una grande eruzione tramite il compattamento delle grosse ceneri vulcaniche. La mappatura dei fondali ha evidenziato inoltre una depressione di oltre 100 m,che potrebbe essere parte della caldera. Se i dubbi degli esperti venissero confermati,questo bacino subacqueo potrebbe essere il risultato di una supereruzione vulcanica. E' però lo stesso team di ricerca a invocare cautela : non vi sono ancora risposte certe,e la caldera potrebbe essere il risultato di diverse piccole eruzioni,e non di un unica supereruzione. Anche se quest'ultima ipotesi venisse confermata,non si tratterebbe comunque di un record : l'eruzione del supervulcano delle Islands of the Four Montains sarebbe dieci volte più piccola di quella del supervulcano di Yellowstone,avvenuta circa 640.000 anni fa. Un'eruzione sulle Island of the Four Montains potrebbe potenzialmente cambiare il mondo” afferma Adam Kent,vulcanologo alla Oregon State University,”ma non provocarne la fine”.




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