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Medicina : quando è il nostro corpo a tradirci



Un fuoco che dovrebbe spazzare via le malattie,e che invece va fuori controllo e le favorisce,o le porta alle estreme conseguenze. E' l'infiammazione,meccanismo complesso,noto fin dall'antichità,ma per tanti aspetti ancora poco chiaro. Alberto Mantovani,pluripremiato scienziato italiano,direttore scientifico dell'Istituto Humanitas di Rozzano (Mi) e Presidente della Fondazione Humanitas,ne studia le regolazioni da molti anni. A Mantovani,il medico italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale,si devono scoperte fondamentali,come quella che ha permesso di chiarire la relazione pericolosa tra infiammazione e tumori. Scoperte che poi hanno aperto un nuovo campo nella cura del cancro : quello dell'immunoterapia. Sostenitore della necessità di far conoscere l'importanza della scienza,Mantovani è anche un abile divulgatore,autore di numerosi saggi per il grande pubblico. Il più recente,Il fuoco interiore,esce in questi giorni.

Partiamo dal titolo del suo libro. Il fuoco interiore fa riferimento all'infiammazione : che cos'è l'infiammazione ?

E' una risposta del sistema immunitario a un danno dei tessuti. Si tratta di un meccanismo innato,che non abbiamo ancora finito di capire,anche se lo conosciamo da almeno 2000 anni. Il medico latino Galeno,usava 5 termini per descrivere l'infiammazione,che sono validi ancora oggi : rubor,calor,tumor,dolor e functio laesa (ovvero : rossore,calore,gonfiore,dolore e difficoltà a utilizzare la parte colpita).

Perché la natura l'ha ideata,se sembra portare solo danni ?

L'infiammazione serve a difenderci da agenti patogeni,come virus e batteri,ma anche a riparare i tessuti danneggiati,per esempio da traumi,scottature o anche dall'esposizione a sostanze inquinanti o al fumo di sigaretta. Tuttavia,affinché questo meccanismo di difesa porti a un risultato favorevole,deve arrestarsi al momento giusto. La regolazione dell'infiammazione è complessa e delicata ; se il fuoco esce dal controllo,organi e tessuti ne sono danneggiati.

Anche la letalità di altre malattie infettive dipende da risposte infiammatorie che non si spengono ?

Sì. Per esempio,la complicazione più seria del morbillo,l'encefalite,è un'infiammazione del cervello. Mentre nel caso della sepsi,una grave condizione in cui i batteri invadono molti tessuti,la mortalità è dovuta allo shock settico,che è una risposta infiammatoria molto intensa che danneggia molteplici organi,e che non abbiamo ancora imparato a controllare.

L'infiammazione è però legata a molte altre patologie,non necessariamente determinate da virus o batteri.

L'infiammazione è un fattore di rischio per molte malattie quando diventa cronica. In anni recenti si è scoperto che il fuoco che si accende in difesa dell'organismo non si spegne in modo spontaneo,ma grazie all'intervento attivo di cellule che hanno la funzione di pompieri. Se in questa fase qualcosa non funziona,si determina l'infiammazione cronica : un fenomeno di minore entità,che prosegue però nel tempo,favorendo le malattie più varie,da quelle cardiovascolari ai tumori,dal diabete alle malattie del sistema nervoso. I danni dell'infiammazione cronica diventano evidenti solo dopo molti anni ; non a caso,il nuovo campo di studi dell'Inflammaging lega l'invecchiamento a questo fenomeno.

Inflammaging : di che cosa si tratta ?

Con l'avanzare dell'età le cellule cambiano e invecchiano e questo fenomeno è strettamente legato all'infiammazione. Gli studi sugli ultracentenari (in Italia ne abbiamo molti in Sardegna) hanno rilevato che un invecchiamento di successo è legato a un miglior controllo dell'infiammazione,e che questo dipende da fattori genetici,ma anche dagli stili di vita e dall'ambiente.

Come accade per Covid-19 ?

Molti dati suggeriscono che i danni a carico dei polmoni,determinati dal coronavirus SARS-Cov-2,siano amplificati proprio dall'infiammazione. Un fenomeno simile,del resto,si era già visto con la SARS,malattia che ha alcune caratteristiche simili all'attuale. I casi gravi però sono solo la punta dell'iceberg di Covid-19. La risposta del sistema immunitario al virus ha una faccia più nascosta,e studiarla può aiutarci a trovare farmaci utili. Sappiamo infatti che il 90% delle persone contagiate ha sintomi lievi oppure non ne ha affatto. Questo significa che,nella grande maggioranza dei casi,l'immunità innata e l'infiammazione combattono efficacemente l'agente infettivo e si fermano al momento giusto. E' necessario capire quali passaggi vanno fuori controllo per poter intervenire su quelli,in modo molto efficace.

Ma in che modo l'infiammazione favorisce le malattie ?

Ci sono meccanismi diversi. Per esempio,le malattie cardiovascolari hanno tutte alla base l'aterosclerosi,ovvero l'accumulo di colesterolo,che forma placche all'interno dei vasi sanguigni. Il sistema immunitario reagisce contro queste placche,inviando cellule spazzine ( chiamate macrofagi ) che dovrebbero rimuoverle. Se però la quantità di grassi è eccessiva,i macrofagi non riescono a gestirla. Si innesca così un'infiammazione cronica che danneggia i vasi e,al tempo stesso,favorisce il distacco delle placche ( o di parti di esse). Questi fenomeni sono alla base,per esempio,dell'infarto del miocardio e dell'ictus ischemico.

Negli anni Ottanta,sono stati proprio i suoi studi a individuare un ruolo dei macrofagi nei tumori.

I tumori non sono formati soltanto dalle cellule che proliferano in modo incontrollato. Affinché la malattia progredisca è altrettanto importante la nicchia ecologica in cui il cancro cresce. Questo microambiente è ricco di cellule del sistema immunitario e di molecole coinvolte nell'infiammazione. Si pensava che queste cellule fossero lì per combattere il tumore,ed è effettivamente così nelle prime fasi della malattia. Poi però la situazione cambia : il mio gruppo di ricerca ha scoperto che,in stadi più avanzati,i macrofagi iniziano a comportarsi come poliziotti corrotti e favoriscono la progressione del tumore,invece di contrastarlo. Lo fanno in vari modi : per esempio,aiutano la crescita di vasi sanguigni che portano nutrimento alle cellule maligne,sopprimono l'attività di altre cellule del sistema immunitario ( i linfociti T),che potrebbero contrastare la malattia,creano le condizioni necessarie affinché formino le metastasi e così via.

Il sistema immunitario però può essere anche un nostro alleato,in particolare per i tumori.

Sì ; l'immunoterapia è un campo relativamente recente dell'Oncologia,che si propone di riattivare la risposta del sistema immunitario contro le cellule cancerogene. A volte l'obiettivo è proprio rimuovere i freni che i macrofagi mettono ai linfociti T. Purtroppo però non vediamo un successo altrettanto chiaro di queste strategie in altri campi. Per esempio,le malattie neurodegenerative- come il morbo di Parkinson o quello di Alzheimer- sono ancora una sfida aperta.





Che cosa si può fare allora ?

Per tutte le malattie legate all'infiammazione cronica la prevenzione è un'arma eccezionale. Ma per quelle del cervello è anche la sola che abbiamo.

Come si può ridurre l'infiammazione cronica ?

Si può intervenire su ambiente e stili di vita. Il ruolo dell'inquinamento nel favorire l'infiammazione è accertato dai numerosi studi. In particolare le polveri sottili scatenano una risposta infiammatoria che colpisce le vie respiratorie ma anche il cuore,tanto che i ricoveri per infarto e altre malattie respiratorie e cardiache aumentano in corrispondenza dei picchi di inquinamento. Ridurre l'esposizione allo smog è però complicato. Sugli stili di vita,invece,abbiamo ampi margini di manovra.

Quali sono le indicazioni da seguire ?

Va evitato il fumo,sia quello delle sigarette tradizionali,sia quello delle e-cig. Ne vediamo gli effetti anche oggi con Covid-19 : chi ha i polmoni danneggiati dalle sigarette sviluppa forme più gravi. E' preoccupante l'ipotesi di legalizzazione della marijuana il cui componente attivo,il THC,deprime il sistema immunitario ed espone al rischio di infezioni. Sono poi importanti l'alimentazione e il controllo del peso corporeo. L'obesità,infatti,compromette la regolazione dei meccanismi infiammatori,mentre una dieta ricca di frutta e verdura è associata a una riduzione dell'infiammazione. Infine,contano l'attività fisica e la socialità : l'esercizio fisico e una rete di relazioni appagante sono entrambi collegati a riduzioni degli indici infiammatori. Non sappiamo però ancora attraverso quali meccanismi questo avviene.

Curiosità : perché la mia unghia appare rovinata ?

Tratti sfaldati,alterazione del colore… A volte l'unghia può subire un cambiamento della lamina ungueale,sulle dita delle mani o dei piedi. Va preso in esame perché non è solo un problema estetico,ma anche di fragilità. Vediamo insieme di cosa si può trattare.

Se l'origine è infettiva : si parla di onicomicosi,ovvero l'infezione micotica delle unghie causata da funghi e colpisce spesso le unghie del piede,in particolare l'alluce. Si trasmette (essendo molto contagiosa) per contatto diretto specie in ambienti caldo-umidi come gli spogliatoi di palestre e piscine. Va trattata con un farmaco antimicotico per 6 mesi-1 anno al massimo.

Se l'origine non è infettiva : si parla di onicodistrofia,ovvero anomalia dei tessuti,che può riguardare unghie di mani e piedi ed è spesso dovuta a traumi. Non pensate solo a incidenti come il dito schiacciato tra due superfici. Lasciano il segno anche i colpi presi durante l'attività sportiva o con scarpe molto rigide. Per trattare il problema,potete chiedere in Farmacia un prodotto che stimoli la formazione della cheratina. In questo modo l'unghia viene levigata e rinforzata,così avrà la sua protezione naturale contro nuove aggressioni. Si può calcolare un paio di mesi per i primi risultati.

Le principali cause di traumi ungueali

1) Calzature a punta o molto rigide

2) Alcuni sport,come calcio,corsa,sci,danza classica

3) La rimozione di manicure permanente o semi permanente

4) Il contatto con agenti chimici senza adeguata protezione

5) Carenza di minerali e ferro,psoriasi,cause genetiche



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