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La donna che scampò al Titanic e ad altri due naufragi



Si chiamava Violet Jessop ed era una emigrata irlandese di fine Ottocento che per aiutare la madre vedova a mantenere la famiglia si imbarcò come cameriera di bordo sui transatlantici di una compagnia inglese di navigazione e sopravvisse a ben tre naufragi. Perciò fu definita “l'inaffondabile”.

Quando si dice essere nati sotto una buona stella. Violet Jessop lavorò come cameriera sui transatlantici della compagnia di navigazione inglese White Star Line sopravvisse a ben 3 incidenti navali,guadagnandosi l'appellativo di “inaffondabile”.

Nacque in Argentina

Violet Constance Jessop vide la luce nel 1887 in Argentina. I genitori vi erano emigrati dall'Irlanda per cercare una sorte migliore di quella a cui erano destinati in madrepatria. Il padre,William,allevava pecore: un'occupazione che gli permise di vivere dignitosamente assieme alla moglie,Katherine,e di mettere su famiglia. Ebbero 9 figli,tre dei quali però non sopravvissero all'infanzia,vittime di malattie che all'epoca mietevano giovani vite con frequenza. La stessa sorte sfiorò Violet,ammalatasi a sua volta di tubercolosi. I medici si mostrarono pessimisti,ma lei,contro ogni previsione,guarì. Il primo colpo di fortuna di una lunga serie. La giovane Jessop crebbe nella pampa argentina vicino alla città portuale di Bahìa Blanca,affacciata sull'Atlantico. Proprio l'oceano sarebbe divenuto la sua meta lavorativa; prima,però,dovette attraversarlo con i suoi familiari. Accadde alla morte del padre,che non sopravvisse alle complicazioni di un intervento chirurgico. Violet aveva allora 16 anni e da quel momento,come figlia maggiore,dovette prendersi cura dei 5 fratelli. Per mantenerli,sua madre decise di trasferirsi dall'altra parte del globo,in Inghilterra. Qui trovò lavoro come cameriera sulle navi: il grande sviluppo della navigazione alimentava in quegli anni un settore florido,che richiamava sempre più passeggeri e,con essi,addetti a bordo. Mentre Katherine,lontano da casa,manteneva la famiglia,Violet fu avviata agli studi in convento,ma dovette mollare tutto quando la salute della madre cominciò a cedere. Fu allora che la giovane,divenuta nel frattempo una bellissima ragazza,seguì le orme materne. A 21 anni cercò un lavoro come hostess di bordo. La sua bellezza non le fu d'aiuto. All'epoca,infatti,la maggior parte delle donne assunte sulle navi erano di mezz'età e i datori di lavoro scartavano quelle troppo giovani o appariscenti perché ritenevano che avrebbero potuto causare problemi durante la navigazione,distraendo l'equipaggio o i passeggeri. Violet non si perse d'animo: rinunciò a truccarsi e ripiegò su vecchi abiti,offrendo così un immagine dimessa.

Prima disavventura

L'espediente funzionò e Violet fu assunta a bordo di un piroscafo della Royal Mail Line,l'Orinoco. Qui incontrò il suo primo amore,un passeggero che però le disse di aver promesso alla madre di non sposarsi prima di ottenere una promozione; i due,poi,persero i contatti. Sul luogo di lavoro Violet ricevette almeno 3 proposte di matrimonio,di cui 1 da un ricco passeggero di prima classe,ma non ne accettò nessuna. Poi fu assunta dalla White Star. La retribuzione era minima,poco più di 2 sterline al mese (pari a 200 € di oggi). Il destino l'avrebbe portata,uno dopo l'altro,su tutti i 3 transatlantici gemelli della compagnia. Il primo fu l'Olympic,che nel 1908 era la più grande nave di linea civile al mondo. Il 20 settembre 1911,al momento di lasciare il porto di Southampton con un forte ritardo sull'orario di partenza,il transatlantico si scontrò con l'incrociatore Hawke della Royal Navy,che lo speronò a dritta causando uno squarcio a poppa: due compartimenti stagni furono danneggiati sotto la linea di galleggiamento e l'elica perse una pala. I danni maggiori,però,li riportò la Hawke,che ebbe la prua completamente distrutta. Nonostante lo squarcio nello scafo,l'Olympic non affondò e riuscì a rientrare in porto. L'incidente non causò vittime e la stessa Jessop non ne parla nelle sue memorie,che scrisse nel 1934 e furono ritrovate e pubblicate solo nel 1998. Incurante dell'episodio,o forse rassicurata dall'esserne scampata,Violet accettò di imbarcarsi poi sul Titanic. La prospettiva non la allettava granché: la paga era più alta (3 sterline e 10 scellini al mese) ma i turni di lavoro arrivavano a 17 ore al giorno; inoltre le rotte che doveva coprire,nel Nord Atlantico,la esponevano a un clima rigido,con condizioni meteorologiche avverse,ed erano percorse da una clientela particolarmente esigente. Ma su insistenza di familiari e amici,Violet accettò.



Salva un bambino

Alle 6.00 del mattino del 10 aprile 1912,raggiunse in carrozza il molo di attracco a Southampton per prendere servizio nel viaggio inaugurale del Titanic. Quattro giorni dopo,la nave colpì un iceberg e nulla poté evitare che colasse a picco. Violet,che aveva 24 anni,raccontò nelle sue memorie di essere rimasta composta fino all'ultimo,senza farsi prendere dal panico,perché doveva dare l'esempio di come comportarsi nell'emergenza per quanti non parlavano inglese e non potevano seguire le istruzioni fornite dall'equipaggio. Scrisse: “Mi fu ordinato di stare sul ponte dove i passeggeri camminavano tranquillamente. Rimasi addossata alla paratia con altre tre hostess,a guardare le donne che si aggrappavano ai mariti prima di salire con i figli sulle scialuppe di salvataggio”. Violet ricevette l'ordine di aiutare donne e bambini a prendere posto sulle scialuppe,poi le dissero di salire a sua volta sulla scialuppa numero 16; mentre la barca veniva calata,un ufficiale le affidò un bimbo in fasce perché ne avesse cura. L'indomani,fu tratta in salvo dal transatlantico Carpathia. Durante uno dei 3 giorni di navigazione alla volta di New York,una donna le si avvicinò,prese il piccolo e si allontanò,senza dirle una parola. Questo episodio rimane però un mistero. Secondo i documenti ufficiali,sulla scialuppa 16 fu imbarcato un solo minore,che si chiamava Assad Thomas e aveva 5 mesi,affidato a una passeggera inglese,Edwina Troutt; la madre poté riabbracciarlo dopo lo sbarco del Carpathia a New York. Anni dopo,la Jessop riferì che in una notte di tempesta ricevette a casa la telefonata di una donna che le chiese se aveva salvato un bambino dal Titanic. “Sì”rispose. “Ero io quel bambino”,si sentì dire all'altro capo del filo. Dopo una risata,la telefonata si interruppe. Un amico e biografo della Jessop pensò a uno scherzo,ma lei replicò di non aver mai raccontato il suo gesto a nessuno.

Crocerossina in guerra

Neppure il disastro del Titanic scoraggiò Violet dal riprendere il mare. Doppio lo scoppio della Grande Guerra,si imbarcò per la Croce Rossa britannica sulla nave ospedale Britannic. E quindi andò incontro a un altro naufragio. La mattina del 21 novembre 1916,vicino alla Grecia,il Britannic colpì presumibilmente una mina di profondità tedesca e in appena 10 minuti si trovò nelle stesse condizioni del Titanic un'ora dopo la collisione con l'iceberg. La rapidità con cui la nave stava affondando spinse Violet a saltare fuori bordo. I motori,però,non erano stati ancora fermati e le eliche risucchiarono due lance di salvataggio sotto la poppa,facendole a pezzi assieme ai loro passeggeri. “Sono saltata in acqua,ma sono finita risucchiata sotto la cinghia della nave,picchiando la testa” scrisse Violet. “Sono scampata,ma anni dopo,quando sono andata dal medico a causa di ricorrenti mal di testa,ho scoperto che quella volta avevo subito una frattura del cranio”. L'indomita Violet scherzò dicendo che se l'era cavata solo grazie alla sua folta capigliatura che aveva attutito il colpo. Disse anche che,a differenza del Titanic,stavolta si era ricordata di portare con sé gli effetti personali,fra cui lo spazzolino da denti. Il Britannic fu la nave più grande affondata nel corso del conflitto. “L'orgoglio del mondo sanitario sugli oceani immerse un po' la prua,poi un po' più in basso e ancora più in basso. Tutti i macchinari del ponte scivolarono in mare come i giocattoli di un bambino. Poi fece un tuffo spaventoso,la sua poppa si sollevò centinaia di piedi in aria fino a quando con un ruggito finale scomparve nelle profondità marine”,riportò la Jessop alla fine delle sue memorie. A bordo c'erano 1066 persone,fra cui 315 membri del servizio medico dell'esercito e 77 infermiere. Le vittime furono solo 30,i feriti 38. Un bilancio contenuto grazie ad alcuni fattori: la temperatura dell'acqua (21° rispetto ai -2 del Titanic ),la presenza di più lance di salvataggio e l'arrivo dei primi soccorsi meno di 2 ore dopo l'SOS. Negli anni '20,le navi divennero un mezzo di trasporto sempre più popolare e comparvero anche le crociere di svago. Violet tornò a lavorare per la White Star e altre compagnie. Con la Red Star Line fece 2 crociere in tutto il mondo sulla nave più grande della compagnia,la Belgenland. Alla fine degli anni '30,si sposò,ma il matrimonio ebbe breve durata e non le diede figli. Nel 1950,dopo più di 40 anni trascorsi sulle navi,Violet si ritirò nel Suffolk,per dedicarsi al giardinaggio e all'allevamento di polli. La morte che non l'aveva mai ghermita in mare la colse nel 1971 all'età di 83 anni,per insufficienza cardiaca.

Il più celebre naufragio della storia

Alle 2.20 del 15 aprile 1912 il transatlantico Titanic si inabissava nelle acque dell'Atlantico dopo aver colpito,2 ore e 40 minuti prima,un iceberg. La nave,sulla rotta di Southampton a New York (con tappe in Francia e Irlanda),aveva a bordo 1300 passeggeri e 900 membri dell'equipaggio; fra i primi,persone di ogni classe sociale: facoltosi uomini d'affari,rappresentanti del ceto medio ed emigranti in cerca di fortuna. Si salvarono in 705. L'impressione fu enorme e aggravata da alcune circostanze: la nave,la più grande del mondo,era ritenuta inaffondabile e per questo vi furono montate lance di salvataggio per soli 1200 posti; era al suo viaggio inaugurale mentre il comandante,Edward John Smith,secondo alcuni giornali dell'epoca,all'ultimo della sua carriera; a bordo non vi erano strumenti indispensabili per gli avvistamenti notturni e non giunsero mai i messaggi sulla presenza di iceberg lungo la rotta. Dopo il naufragio furono avviati gli accordi internazionali che nel 1914 portarono alla Convenzione per la salvaguardia della vita umana in mare.

Nave gemella,identico destino

Il transatlantico Britannic gemello del Titanic e dell'Olympic,doveva chiamarsi Gigantic,ma dopo il naufragio del Titanic fu ribattezzato e modificato per renderlo più sicuro. Varato nel 1914,era più grande delle navi “sorelle”: lunga 269 m,largo 29,aveva una stazza di 48.000 t. Quando scoppiò la Grande Guerra fu trasformato in nave ospedale per le truppe impegnate nella campagna di Gallipoli,in territorio turco. Alloggiava 3300 posti letto e alcune sale operatorie. Dopo 5 viaggi nel Mediterraneo,il 21 novembre 1916,mentre percorreva il Canale di Ceo,nell'Egeo,il Britannic fu scosso da un'esplosione,in seguito alla quale raggiunse il suo limite di allagamento. Il capitano Charles Alfred Bartlett proseguì verso la costa per farlo arenare. A condannarlo furono involontariamente le infermiere che avevano aperto gli oblò per ventilare i reparti,contravvenendo gli ordini: questo fece imbarcare acqua al transatlantico fino a causarne l'affondamento in 55 minuti. Quando la poppa si sollevò fuori dall'acqua,la prua si era già schiantata sul fondo del mare,profondo 120 m. Il relitto fu scoperto nel 1975 da Jacques Causteau,che lo esplorò.

 

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