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Le eruzioni vulcaniche


 Le eruzioni vulcaniche rappresentano senza dubbio fenomeni naturali fra i più spettacolari che il nostro pianeta ci possa offrire,ma spesso costituiscono eventi di grande pericolosità per l'uomo. Esse mostrano una grande variabilità in termini di quantità di materiali eruttati e di effetto sull'ambiente. Alcuni eruzioni emettono in forma tranquilla modesti volumi di materiali con conseguenze assai lievi sull'ambiente circostante. Altre invece provocano veri e propri cataclismi,capaci di immettere nell'atmosfera polveri e gas in quantità tali da innescare forti perturbazioni del clima,causare la devastazione della flora e della fauna di intere regioni e apportare improvvisi e radicali cambiamenti dell'ambiente. Le eruzioni vulcaniche avvengono sia in ambiente superficiale sia sul fondo degli oceani. La quantità di materiale emessa dal vulcanismo sottomarino è da 3 a 5 volte maggiore di quella emessa dal vulcanismo subaereo. Per fare un esempio,nell'Oceano Pacifico ci sono circa 1000 isole vulcaniche,ma si stima che i vulcani sorgenti sui suoi fondali siano circa 55.000. Le statistiche,su base annua,documentano che il numero dei vulcani continentali e insulari che hanno prodotto eruzioni è di 50-60. Al fine di comprendere i fattori e le cause che portano all'eruzione è necessario prima di tutto individuare e definire gli elementi che compongono il sistema vulcanico. Un vulcano è costituito da 3 parti fondamentali: la bocca eruttiva,il condotto o camino e il serbatoio magmatico o camera magmatica. La camera magmatica costituisce il motore principale del vulcano: è posta all'interno della crosta terrestre,sotto l'edificio vulcanico. Qui il magma si concentra ed eventualmente si trasforma prima di essere eruttato. Profondità,forma e dimensione delle camere magmatiche possono variare molto di vulcano in vulcano. In generale,le camere magmatiche si formano all'interno della crosta terrestre a profondità superiori a 3-4 km . Solo in rari casi è stata accertata la presenza di zone stabilmente riempite di magma,anche a livelli più superficiali,all'interno dell'edificio vulcanico. Il condotto rappresenta il canale attraverso il quale il magma risale. Si ritiene che in profondità il condotto di risalita si identifichi con una frattura e assuma quindi una forma a sezione allungata,mentre a livelli superficiali si pensa che esso prenda una forma cilindrica,svasata verso l'alto. La bocca eruttiva corrisponde invece al luogo in cui si verifica la fuoriuscita di prodotti vulcanici. Un'eruzione si verifica quando il magma,immagazzinato nella camera,raggiunge una pressione sufficiente a vincere la resistenza meccanica delle rocce che formano il tetto della camera magmatica stessa. Normalmente,ciascun evento eruttivo porta in superficie solo una parte del volume di magma immagazzinato nella camera. Esso può essere emesso attraverso attività vulcanica effusiva o esplosiva. L'attività effusiva consiste nel semplice trabocco di magma degassato dalla bocca del vulcano con conseguente formazione di una colata di lava. L'attività esplosiva è invece caratterizzata dal completo sbriciolamento della massa magmatica e del lancio nell'atmosfera di frammenti di magma ad alta temperatura. Molte eruzioni presentano un carattere esclusivamente effusivo o esplosivo,ma un numero altrettanto grande di eventi è caratterizzato da un'attività esplosiva accompagnata dal contemporaneo trabocco di lava.



Attività effusiva

L'attività in superficie di magma che ha perso la sua componente gassosa produce la formazione di una colata di lavica oppure di un accumulo di lava in prossimità della bocca eruttiva. Il movimento della lava è regolato dalla gravità. La progressiva diminuizione del pendio con la distanza e il raffreddamento della lava sono invece i fattori che contrastano il flusso e portano prima o poi all'arresto del fronte lavico. Velocità di avanzamento e lunghezza delle colate sono condizionati dalla viscosità della lava,dall'inclinazione del pendio e dal tasso di eruzione,cioè dalla quantità di magma emesso per unità di tempo. Le colate di lava poco viscosa (di composizione basaltica ),che sono abbondantemente alimentate e scorrono su pendii inclinati,sono veloci e raggiungono distanze di decine e anche centinaia di chilometri. A titolo di esempio,la colata di lava dell'Etna del 1989 si è mossa con velocità comprese tra i 16 m al secondo nel primo giorno e 0,3 nella fase finale; le colate dei vulcani Hawaiani hanno velocità più basse di quelle dell'Etna e sono mediamente più veloci. La colata del 1855 del Mauna Loa raggiunse velocità di 64 chilometri orari su un inclinazione media del pendio di 10°-25°. Le eruzioni di magma viscoso a basso tasso effusivo,portano alla formazione di ammassi di lava sopra la bocca eruttiva (duomi di lava ). L'attività effusiva può durare in questi casi per anni o decenni. Per esempio,l'estrusione di lava che ha formato il duomo del vulcano Bezymianny in Kamchatka dopo la grande eruzione parossistica del 1956 è andata avanti ininterrottamente fino a oggi. Molti duomi di lava si intrudono a livelli superficiali,determinando il sollevamento delle rocce prima di venire a giorno e dare luogo a una vera attività effusiva.



Prodotti dell'attività effusiva

L'attività effusiva porta alla formazione di diversi tipi di materiali lavici. In generale,le lave si presentano con un aspetto compatto anche se le parti più superficiali delle colate sono bollose o ricoperte da frammenti scoriacei (clinkers) o da un ammasso caotico di blocchi lavici. In funzione della composizione,le lave si suddividono in basiche,intermedie e acide. Le lave basiche (SiO2 ossido di silicio,minore del 52% in peso) sono nere,opache e possono contenere cristalli millimetrici di minerali come olivina,pirosseno,plagioclasio. Alcune di queste lave contengono frammenti di rocce provenienti dal mantello (noduli peridotitici). Le lave intermedie (SiO2 compreso tra il 52 e il 62% in peso) hanno un colore che può variare da grigio a nero e contengono quasi sempre una grande quantità di cristalli di plagioclasio e quantità minori di pirosseno,olivina,sanidino e biotite. Le lave acide (SiO2 maggiore del 63% in peso) sono generalmente grige,contengono molto vetro e in particolari condizioni cristalli di sanidino e quarzo. In base al contenuto in cristalli,le lave possono essere suddivise in porfiriche e afiriche: le prime contengono cristalli isolati dalle dimensioni di alcuni millimetri,immersi in una pasta di fondo vetrosa o a grana fine,le seconde hanno una massa uniforme a grana fine,costituita da un impasto di cristalli minuti e di vetro. L'ossidiana è una particolare varietà di lava riolitica afirica costituita da una massa vetrosa nera,molto tagliente,dalla caratteristica frattura concoide. La perlite è una varietà di lava vetrosa molto fragile che ha la particolarità di sbriciolarsi spontaneamente in una miriade di palline. A causa dell'elevata quantità di acqua che essa contiene disciolta nel vetro,la perlite,se portata ad alta temperatura,si espande formando una sorta di pomice artificiale. Viene usata industrialmente come isolante termico e acustico.



Colate laviche & Duomi di lava

L'eruzione di magmi basici (basalti) porta alla messa in posto di colate di lava di spessori sottili e lunghe decine o centinaia di chilometri. Le colate basaltiche possono presentare superfici lisce ( lave pahoehoe ) oppure ricoperte da un ammasso caotico di frammenti scoriacei spinosi . Quando le eruzioni effusive di tali magmi perdurano per settimane o mesi,la colata tende a formare una crosta esterna rigida mentre al di sotto il flusso del materiale incandescente continua a scorrere. Nel momento in cui termina l'apporto di lava dalla bocca e l'eruzione cessa,il materiale incandescente si riversa a valle,lasciandosi alle spalle complesse cavità sotterranee ( tunnel di lava ) che si sviluppano a volte per molti chilometri. Le colate prodotte da magmi di viscosità intermedia si ricoprono spesso di blocchi angolosi di lava e sono quindi chiamate lave a blocchi. Queste lave hanno comunemente spessori di decine di metri e sono estremamente comuni nei vulcani andesitici e dacitici di margine convergente. Quando la lava emessa ha viscosità elevata,questa ristagna in prossimità della bocca formando una sorta di enorme goccia incandescente comunemente chiamata duomo di lava. Molti duomi hanno un'alimentazione continua e persistente e tendono a “gonfiare” in seguito a una progressiva aggiunta di lava dall'interno,formando al fine un unico ammasso di lava (i duomi endogeni ). A causa dell'esposizione all'aria,la porzione esterna si raffredda irrigidendosi,così che ogni ulteriore accrescimento ne causa la rottura,con conseguente formazione di detrito,che rotola sui fianchi del duomo accumulandosi alle falde. Qualora il tasso di aggiunta di magma dall'interno sia troppo elevato,la struttura esterna può spaccarsi e la lava incandescente può emergere dalla parte sommitale della cupola formando un lobo di lava,che si sovrappone alla massa precedentemente eruttata. I duomi di questo tipo sono chiamati esogeni. Quando la lava che emerge dal condotto vulcanico è molto viscosa,essa può comportarsi come una massa solida,che non fluisce lateralmente,ma si innalza verticalmente fino a crollare,producendo una frana di roccia incandescente. Le strutture che si formano in seguito a questo tipo di attività sono molto ripide e possono evolvere in vere e proprie guglie rocciose,chiamate spine.



Attività effusiva subacquea

Le eruzioni che avvengono in ambiente subacqueo hanno generalmente un carattere effusivo,in quanto la pressione dell'acqua impedisce o riduce fortemente una rapida liberazione ed espansione del gas,necessaria per l'attività esplosiva. In tale ambiente,si produce una particolare categoria di lave dette a cuscini ( pillow lavas ). I cuscini sono delle masse di lava rotondeggianti aventi un diametro di alcuni decimetri ad alcuni metri,ricoperte da una crosta vetrosa che si forma per il brusco raffreddamento della lava a contatto con l'acqua. Quando si verifica un'eruzione sul fondo del mare,i cuscini di lava si formano rapidamente e si accatastano gli uni sugli altri originando alla fine un cumulo intorno alla bocca eruttiva. L'improvviso raffreddamento della lava a opera dell'acqua,combinato con l'eventuale rigonfiamento di ciascun cuscino,produce lo sbriciolamento della crosta vetrosa e la formazione di una grande quantità di schegge vetrose ( ialoclastite ),che si accumulano negli interstizi tra i cuscini. I depositi ialoclastitici che si sono generati in ambiente marino si trasformano spesso in un materiale giallastro di composizione argillosa e ricco in ossidi di ferro,chiamato palagonite.



L'attività esplosiva

L'esplosività del magma è prodotta dalla violenta espansione dei gas originariamente disciolti nel liquido magmatico e liberati in seguito alla diminuzione di pressione durante la risalita del magma. L'attività vulcanica esplosiva si manifesta con una grande varietà di tipologie,dal semplice lancio di frammenti incandescenti a pochi metri d'altezza fino alla formazione di gigantesche nubi eruttive,che raggiungono altezze di oltre 50 km. Una particolare categoria di attività vulcanica esplosiva è quella,assai spettacolare quanto violenta,risultante dalla interazione del magma con l'acqua.



Fattori di controllo dell'attività esplosiva

I principali fattori di controllo dell'attività vulcanica sono il suo contenuto in gas e la sua viscosità. Un terzo fattore di grande rilevanza è il flusso di massa o tasso eruttivo,ovvero la quantità di materiale che il vulcano emette per unità di tempo. A profondità elevate all'interno della terra,le sostanze volatili (gas vulcanici) si trovano disciolte nel magma. La risalita della massa fusa verso la superficie comporta una graduale riduzione della pressione e la conseguente liberazione dei costituenti volatili,principalmente acqua (H2 O) e anidride carbonica (CO2 ),che formano bolle di gas disperse nel liquido. A livelli ancora più superficiali,le bolle occupano un volume crescente rispetto al liquido ed eventualmente si fondono a formare bolle più grandi. Il processo di liberazione ed espansione del gas è contrastato dalla resistenza che il magma oppone alla crescita delle bolle,tanto maggiore quanto maggiore è la sua viscosità. I magmi chimicamente evoluti,ricchi in silice e perciò viscosi,si oppongono efficientemente all'espansione del gas; una conseguenza importante è che le bolle conservano al loro interno una pressione più elevata di quella del liquido magmatico. Inoltre,il processo di liberazione del gas è in grado di produrre un aumento della viscosità del magma di centinaia o migliaia di volte. Quando la pressione interna delle bolle di gas diviene troppo elevata rispetto a quella del liquido magmatico,o quando la viscosità del magma diviene troppo alta per permettere al magma stesso di fluire lungo il condotto,avviene la frammentazione del magma,ovvero la sua trasformazione da liquido contenente bolle di gas a gas contenente frammenti di liquido bolloso (piroclasti). La profondità alla quale si verifica la prima liberazione del gas prende il nome di livello di essoluzione. Livello di essoluzione del gas e livello di frammentazione del magma suddividono il sistema condotto-camera in 3 parti: una parte inferiore,formata da magma privo di bolle di gas; una parte intermedia,formata da magma contenente bolle di gas,che occupano una frazione di volume crescente verso l'alto,e infine una porzione posta al di sopra del livello di frammentazione,dove i frammenti di magma sono trasportati da un flusso di gas. L'espansione della frazione volatile nel condotto è accompagnata da una progressiva accelerazione fino all'eventuale raggiungimento della velocità del suono. Qualora la miscela gas con più particelle fuoriesca dal condotto in sovrappressione,questa può subire nel cratere una ulteriore accelerazione a velocità supersonica. All'interno del condotto,la colonna magmatica può assumere configurazioni e comportamenti esplosivi differenti a seconda della viscosità del liquido e della quantità di gas disponibile. Magmi poco viscosi e poveri in sostanze volatili danno vita a esplosioni intermittenti di grosse bolle di gas che portano,in ogni singola esplosione,all'espulsione di un modesto volume di materiale. Magmi viscosi e ricchi di gas sono invece caratterizzati da alte velocità di fuoriuscita dei materiali dalla bocca eruttiva e da un regime esplosivo con continua espulsione di gas e frammenti.



Classificazione delle eruzioni esplosive

Le eruzioni esplosive sono classificate in base al grado di frammentazione del magma e all'altezza della nube eruttiva. Nonostante esista uno spettro praticamente continuo di tipologie,le eruzioni esplosive vengono tuttavia suddivise in 7 principali categorie: hawaiane,stromboliane,subpliniane,pliniane,vulcaniane,surtseyane e freatopliniane. I primi cinque tipi sono direttamente controllati dalla liberazione dei gas inizialmente disciolti nel magma e vengono per questo denominate eruzioni magmatiche in senso stretto. Un discorso a parte meritano le eruzioni surtseyane e freatopliniane,nelle quali il carattere esplosivo è dominato dalla vaporizzazione di acqua esterna sia di origine sotterranea (acqua di falda) sia superficiale.

Eruzioni hawaiane

L'attività eruttiva hawaiana,così denominata perché caratteristica dei vulcani delle isole Hawaii,presenta emissioni di magmi basaltici a bassa viscosità e basso contenuto in gas. A sua volta si suddivide in attività di lago di lava e fontana di lava. L'attività di lago di lava consiste nella periodica esplosione di grosse bolle di gas presenti sulla superficie del magma che ristagna nel cratere. L'attività di fontana di lava consiste invece nell'espulsione più o meno continua di un getto di lava incandescente ad altezze variabili tra decine e centinaia di metri. I laghi di lava di tipo hawaiano sono manifestazioni vulcaniche molto rare; in questo momento gli unici attivi si trovano all'Erta Ale in Etiopia,al Nyragongo in Zaire e al Kilauea nell'isola di Hawaii. Il materiale emesso dalle fontane hawaiane ricade allo stato incandescente e può rinsaldarsi generando una colata di lava. Tra gli eventi che si verificano alle Hawaii,alcuni sono prodotti dalla risalita di magma lungo una fessura,dove si trova un allineamento di più bocche che eruttano contemporaneamente. Queste eruzioni si chiamano fissurali. L'esempio più spettacolare di eruzione fissurale è stata quella del vulcano Laki avvenuta in Islanda nel 1783. Qui si aprì una spaccatura lunga più di 25 km dalla quale fuoriuscirono più di 12 km cubi di lava che ricoprirono una superficie di circa 500 km quadrati.

Eruzioni stromboliane

Le eruzioni stromboliane,che prendono nome dal vulcano Stromboli delle isole Eolie,sono prodotte da magmi di viscosità medio-bassa con un contenuto di gas generalmente maggiore di quello delle eruzioni hawaiane. Le esplosioni,che si susseguono a intervalli regolari,si verificano in seguito all'esplosione di una grossa bolla di gas e al conseguente lancio nell'atmosfera,fino a centinaia di m di altezza,di brandelli di lava incandescente,con velocità iniziali fino a 200 m al secondo. Si pensa che le grosse bolle siano prodotte dalla progressiva aggregazione di piccole bolle all'interno della colonna di magma. Una volta formata una grossa bolla,essa risale al fondo del cratere dove si trova una massa di lava più fredda e più viscosa. Questa contrasta l'ulteriore risalita della bolla,facendola esplodere. Poiché è necessario un certo tempo prima che una grossa bolla si riformi,le eruzioni stromboliane hanno di norma un carattere intermittente. Il raffreddamento dei brandelli di lava durante il tragitto aereo porta alla ricaduta al suolo di scorie che non si saldano tra loro. Esempi notevoli di eruzioni stromboliane,oltre a quelle che si verificano a Stromboli da tempi ormai remoti,si registrano all'Etna sopratutto durante le fasi iniziali delle eruzioni. Numerose eruzioni stromboliane sono avvenute inoltre al Vesuvio nel periodo successivo alla grande eruzione del 1631. Quando questo tipo di eruzioni è associato a una consistente risalita di magma,le esplosioni sono molto ravvicinate e l'accumulo di scorie determina la costruzione di un cono; contemporaneamente il magma degassato trabocca formando una colata di lava. Uno degli esempi più famosi di eruzione stromboliana è quella eccentrica dell'Etna nel 1669: diede origine ai coni di scorie dei Monti Rossi e alla colata che devastò Catania.



Eruzioni vulcaniane

Le eruzioni vulcaniane,meno frequenti delle altre,sono prevalentemente prodotte dall'esplosione di gas magmatici,anche se in alcuni casi,è possibile un limitato coinvolgimento di acqua esterna. Le eruzioni vulcaniane,così definite in omaggio all'eruzione del cratere della Fossa all'isola di Vulcano nel 1888-90,sono caratterizzate da ripetute esplosioni di energia medio-alta con lancio di bombe di grossa dimensione,che ricadono con traiettoria balistica fino a distanze di chilometri dalla bocca,e dalla contemporanea produzioni di nubi di gas e cenere,che risalgono per convezione fino ad altezze intorno ai 20 km. I magmi che producono questo tipo di attività sono molto viscosi e contengono una quantità modesta di gas.

Eruzioni pliniane e subpliniane

Le eruzioni pliniane,di gran lunga le più violente e voluminose tra quelle magmatiche in senso stretto,sono così chiamate in omaggio a Plinio il Vecchio,scomparso nella famosissima eruzione del Vesuvio nel 79 d. C.,che distrusse le città romane di Pompei,Ercolano e Stabia. Questo tipo di eruzioni è prodotto da magmi viscosi ricchi di gas ed è caratterizzato da un continuo processo di frammentazione del magma e rilascio nell'atmosfera di gas e piroclasti (frammenti di magma,che una volta raffreddati costituiscono pomici e ceneri vulcaniche). Il processo di frammentazione del magma durante eruzioni pliniane e subpliniane (l'unica differenza tra le due è una diversa energia coinvolta nell'eruzione),produce un forte sbriciolamento del magma e,conseguentemente,una grande quantità di materiale fine. Le eruzioni pliniane proiettano fuori dalla bocca eruttiva grandi volumi di pomici e ceneri; si stima che il flusso di magma durante questi eventi vari in un intervallo compreso tra 106 e 109 chilogrammi al secondo,con volumi complessivi di magma emesso che spesso sono di alcuni chilometri cubi. L'evento del 79 d. C.,considerato l'eruzione pliniana tipo,riversò nell'atmosfera un volume di magma pari a 2,1 chilogrammi cubi in meno di 10 ore con un flusso di massa medio intorno a 108 km quadrati al secondo.



La colonna eruttiva pliniana: nubi convettive & nubi collassanti

Le eruzioni pliniane formano grandi nubi eruttive che si innalzano nell'atmosfera assumendo una forma che ricorda da vicino quella di un pino mediterraneo con un tronco stretto e la chioma a ombrello. Le colonne pliniane riescono a sollevare enormi masse di frammenti anche dalle dimensioni di chilometri ad altezze di diversi decine di chilometri. Dal punto di vista della dinamica interna,le colonne pliniane si suddividono in 3 parti: la regione del getto,la regione convettiva e la regione dell'ombrello. Nella regione del getto,posta immediatamente sopra il cratere,la miscela gas e frammenti di magma accelerata dall'espansione del gas nel condotto viene lanciata ad alta velocità nell'atmosfera. L'altezza della regione del getto varia da poche centinaia di metri a pochi chilometri. Nella regione convettiva,la nube vulcanica risale nell'atmosfera grazie alla sua minore densità rispetto all'aria circostante. La bassa densità della nube è dovuta alla sua elevata temperatura e al continuo incameramento di aria,che viene a sua volta riscaldata dalla cessione di calore da parte dei frammenti di magma. La spinta fornita dal contrasto di densità permette alla nube di attraversare la troposfera (di cui lo spessore medio è di 12 km) e di spingersi comunemente nella stratosfera fino ad altezze massime di 50-55 km. Il processo di risalita convettiva cessa quando la nube,ormai raffreddata e appesantita dai materiali solidi presenti al suo interno,raggiunge la stessa densità dell'aria circostante e inizia a espandersi lateralmente formando un gigantesco ombrello il cui diametro raggiunge in taluni casi centinaia di km. Dai margini della colonna e dall'ombrello cade una fitta pioggia di pomici,frammenti di roccia e materiale sabbioso. In contrapposizione al regime convettivo,le eruzioni di questo tipo possono essere soggette a un regime collassante,ovvero alla ricaduta verso il basso della miscela di gas e frammenti dalla zona apicale alla regione del getto. Tale comportamento si verifica quando,esaurita la spinta iniziale,la miscela non è sufficientemente diluita ovvero possiede una densità media superiore all'aria circostante. Il crollo gravitativo della nube eruttiva porta alla formazione di valanghe di gas,polveri e frammenti di magma a temperatura elevata che si muovono ad alta velocità lungo i fianchi del vulcano. Queste valanghe sono chiamate colate piroclastiche. Le colate piroclastiche prodotte da eruzioni pliniane possono espandersi radialmente intorno al vulcano raggiungendo eccezionalmente distanze di oltre 100 km. Durante lo scorrimento,il materiale solido e/o liquido sospeso nel gas tende a concentrarsi verso il basso,formando un flusso di particelle addensate che si concentra nelle zone depresse. Contemporaneamente il gas caldo e più leggero dell'aria si separa muovendo verso l'alto e dando origine a nubi convettive secondarie ( nubi coignimbritiche ) che trasportano una grande quantità di polvere.



Le eruzioni Pelèeane

Le eruzioni che comportano la formazione di frane di materiale incandescente associate alla formazione di duomi vengono collettivamente indicate con il termine di eruzioni pelèeane . I duomi di lava sono tipicamente prodotti dalla estrusione di magmi di composizione intermedia e acida (andesti,daciti,rioliti),poveri di gas. A causa della tendenza a formare pendii molto ripidi,i duomi sono soggetti a franare,fenomeno questo spesso associato a esplosioni. L'esplosività dei duomi si differenzia da quella che avviene all'interno del condotto vulcanico,in quanto non è diretta verticalmente e ha un carattere istantaneo con rilascio improvviso anche di grandi quantità di materiale. Si distinguono per semplicità 3 tipi di fenomenologie,che hanno come risultato finale la formazione di colate di materiale frammentato incandescente e gas ( nubi ardenti ),il cui comportamento è simile alle colare piroclastiche dal collasso della colonna pliniana.



A) frana di piccole porzioni dalla massa del duomo;

B) frana di porzioni del duomo con associato un piccolo evento esplosivo;

C) esplosione dell'intera massa del duomo,comunemente in seguito a una grossa frana;





Nel primo caso (A) si ha la formazione di una valanga di blocchi e cenere incandescente che si muove a velocità relativamente modesta seguendo le valli che solcano il cono vulcanico. Il vulcano Merapi a Giava è tra i vulcani più noti per questa attività. Nel terzo caso ( C ) ,l'improvvisa esplosione dell'intera massa del duomo produce una nube eruttiva più densa dell'aria,che si propaga ad altissima velocità e un regime di trasporto turbolento. In alcune situazioni,la nube eruttiva si propaga radialmente intorno al vulcano (per esempio,nell'eruzione del vulcano Lamigton in Nuova Guinea),mentre in altre,essa viene proiettata lateralmente andando così a investire un solo settore (come nelle esplosioni laterali della Montagna Pelèe in Martinica nel 1902,del vulcano Bezymianny in Kamchatka nel 1956 o del vulcano St. Helens nello stato di Washington,USA,nel 1980). Negli ultimi 2 eventi,la massa lavica esplosa si era precedentemente intrusa all'interno del cono vulcanico (formazione criptodomo ) e l'innesco dell'esplosione è stato prodotto dalla frana di una parte del cono vulcanico stesso. Le esplosioni laterali ( lateral blast ) costituiscono dei fenomeni dotati di formidabile violenza e potere distruttivo potendo viaggiare per distanze di 15-20 km dal vulcano e travolgendo qualsiasi tipo di ostacolo esse trovano sul loro percorso. Il secondo caso (B) è intermedio in quanto all'evento di frana si unisce una massa aggiuntiva di materiale,prodotta da un'esplosione della porzione interna più calda del duomo,messa a giorno dalla stessa frana. Durante il suo movimento,il materiale grossolano si concentra rapidamente verso il basso formando una valanga simile a quelle che si producono nel caso (A) ; la parte della nube contenente in sospensione il materiale fine investe invece anche le parti attigue ai fondovalle aumentando così la superficie devastata. Esempio notevole di questa categoria di fenomeni è rappresentato dall'esplosione del vulcano Unzen in Giappone (3 giugno 1991) durante la quale persero la vita i vulcanologi francesi Maurice e Katia Krafft e l'americano Harry Glicken. L'esplosione dei duomi può innescare una frammentazione regressiva della massa magmatica all'interno del condotto con un eventuale sviluppo di attività esplosiva sostenuta,simile a quella che caratterizza le eruzioni pliniane. Normalmente,tali fasi esplosive sono di breve durata e sono seguite dalla estrusione di un nuovo duomo.






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