Nessuno dubitava della loro presenza : gli angeli erano i compagni di ogni uomo,donna e bambino,nonché gli invincibili guerrieri di Dio. Gli unici in grado di salvarci dalle grinfie del malvagio e dalle sue schiere infernali.
I messaggeri di Dio compaiono molte volte nei Vangeli,eppure non sono figure esclusive della tradizione cristiana o ebraica. Anche se siamo abituati a considerarli figli delle grandi religioni monoteistiche,figure analoghe compaio anche all'interno di miti più lontani,nel tempo e nello spazio. Vero è che questa presenza soprannaturale,così com'è arrivata fino ai giorni nostri,è di matrice tipicamente mediorientale. Lo stesso ebraismo trasse ispirazione dalle tradizioni della Persia. Intorno al VII-VI secolo a. C, infatti,gli ebrei erano stati portati a forza a Babilonia,dove avevano fatto parte di una società articolata,mercantile,sostanzialmente urbana. Qui avevano maturato profondi mutamenti nel loro culto,escludendo il re dalle funzioni sacerdotali,includendo molti miti orientali nella propria tradizione e dando vita a una fede rigidamente monoteista. Infatti,avevano avuto a che fare con una corte reale molto complessa e articolata. Ispirandosi a quell'ordine di funzionari e aristocratici,gli ebrei svilupparono una nuova idea di gerarchia celeste : Jahvè non poteva essere più quel Dio combattivo dell'epoca di Davide,ma doveva diventare il Re dei Cieli che tutto governa circondato da una corte immensa,strutturata per portare la Sua legge ovunque nel cosmo. Nasceva così un nuovo ordinamento celeste,un regno abitato da esseri speciali che fungevano da figure intermedie tra l'unico Dio e gli uomini : le schiere angeliche. Gli angeli assunsero la loro specificità definitiva con la stesura del Nuovo Testamento,dopo l'80 d. C. Prima di allora,le varie sette ebraiche non sempre avevano mostrato di accettare una visione univoca circa i messaggeri celesti. La spiccata individualità e la caratterizzazione angelica definitiva si deve quindi al cristianesimo. Nei Vangeli,gli angeli sono una presenza ricorrente,che non manca di contrassegnare tutti i momenti più importanti della vita di Gesù,dall'Annunciazione alla Resurrezione. La Chiesa riconobbe gli angeli con atto formale durante il secondo Concilio di Nicea,nel 787,legittimando non solo una tradizione ormai consolidata ma anche codificando una nutrita e variegata schiera angelica. Al di là dell'evoluzione delle caratteristiche dell'angelo,infatti, tutti gli uomini di fede concordavano sull'enormità del nume9) Angeli : E' l'ordine più basso,il più vicino al mondo degli uomini.ro di questi esseri alati,tanto da utilizzare comunemente il termine “esercito” oppure “legione” per riferirsi a loro in modo collettivo. Inoltre,l'idea che ogni uomo fosse assistito da un angelo protettore,o custode,si era già diffusa a partire dal II-III secolo. Ma l'affollatissima società angelica venne ordinata per la prima volta in modo sistematico da Pseudo- Dionigi l'Areopagita : una figura misteriosa di dotto cristiano (collocabile secondo alcuni intorno al VI secolo) che stabilì la prima classificazione delle entità angeliche. Si tratta delle gerarchie celesti contenute nel Corpus Dionysiacum.
Michele,principe delle milizie
L'angelo più importante della tradizione è sicuramente Michele. Custode di Israele,difensore della fede contro il malvagio e i suoi angeli ribelli,trae le sue caratteristiche dal libro dell'Apocalisse e compare rivestito da un'ampia corazza e armato di spada e lancia,con cui trafigge il drago che rappresenta il malvagio. Secondo il racconto biblico guidò l'esercito celeste contro gli angeli ribelli e li sconfisse,precipitandoli a terra. Santo guerriero per eccellenza,tra le sue prerogative va ricordata la facoltà di soppesare le anime in vista del Giudizio Universale (psicostasia),nonché di accompagnare i defunti nell'Aldilà. Popolare sia in Oriente che in Occidente,san Michele fu venerato come santo nazionale dai Longobardi e da altre genti germaniche,poiché ricordava molto da vicino gli attributi di divinità guerriera come Wotan (Odino). Il suo culto si radicò a fondo,come dimostrano i moltissimi santuari eretti in tutta Europa : da Mont Saint-Michel a San Michele sul Gargano in Puglia. Tra le decine di luoghi di culto in Italia citiamo soltanto la Sacra di San Michele a Susa,San Michele Maggiore a Pavia,e San Michele in Foro a Lucca,ma tutto il territorio nazionale pullula di grotte,ipogei,chiese urbane e rupestri a lui dedicate,spesso nei pressi di aree sepolcrali. Lungo la cosiddetta “Via Langobardorum”,il principe degli angeli svolse l'importante funzione di cerniera tra Oriente e Occidente,portando con sé,oltre ai vessilli delle milizie cristiane,anche l'eredità di alcune figure pagane. Leggendo certe orazioni sembra in effetti di recitare i versi di qualche saga nordica : “Per la tua gloria milita questa armata di principi che si contano a migliaia,alla sua testa Michele,vincitore,spiega la Croce,vessillifero della salvezza. E' lui che precipita nelle profondità dell'inferno il crudele dragone,è lui che dall'alto dei cieli fulmina quest'empio capo con i suoi seguaci ribelli. Marciamo dietro ai passi di così nobile condottiero”. Insomma,sembra proprio che per molti secoli la sua figura sia stata vista come una sorta di Sigfrido cristiano.
Come ottennero le ali
Fu proprio nel Medioevo che gli angeli toccarono il punto più alto della loro popolarità. Se ne discuteva così tanto che,nel Duecento,si accese la celebre disputa tra Tommaso d'Aquino e il teologo Duns Scoto circa la natura degli eserciti angelici. Per il primo,essi erano “puro intelletto”,immateriali,salvo nei rari momenti in cui dovevano entrare in diretto contatto con gli uomini. Per il filosofo britannico,invece,gli angeli non mancavano di una certa consistenza materiale,per quanto assai eterea e fatta di una sorta di sostanza spirituale. Questo dibattito sulla natura più o meno palpabile degli angeli influenzò in modo significativo l'iconografia ; si passò da rappresentazioni in cui era difficile,se non impossibile,distinguere un angelo da un uomo (e così li descrivono,in linea di massima,i Vangeli) a pitture e statue di esseri luminosi,aerei,alati e magnifici. All'aggiunta delle ali come caratteristica peculiare a volte seguì la presenza di una nuvola come “abito”,grazie alla quale gli angeli coprivano il proprio corpo nudo per mostrarsi agli esseri umani. L'accostamento della nuvola alla figura angelica ebbe un'enorme fortuna nel Medioevo (celebri sono le rappresentazioni di Pietro Lorenzetti nella basilica inferiore di Assisi e di Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova) e continuò nel Rinascimento con rappresentazioni più naturalistiche,che culminarono negli angeli adagiati su veri e propri cuscini di nubi tipici dell'arte barocca. La questione della natura aerea delle figure angeliche influenzò probabilmente anche il successivo proliferare della loro raffigurazione come putti,spesso giocosi e a volte persino dispettosi. Famosissimi quelli dipinti da Raffaello,che però traggono origine dalle pitture di età romana che proprio a quei tempi cominciavano a essere studiate con particolare attenzione. Gli angeli di epoca medioevale sono figure nobili ed eteree,ma spesso anche guerresche, che ricordano da vicino i paladini delle saghe di re Artù e di Carlo Magno. Il Rinascimento,invece,toglie loro l'aurea guerriera per farne fanciulli di Dio,o addirittura bambini.
Nuove basi filosofiche
Le raffigurazioni medioevali degli angeli,in particolare quelle pittoriche,furono influenzate anche da alcune considerazioni di carattere filosofico e teologico,a cominciare dalla convinzione che rappresentassero una sorta di “materializzazione” in forma umana di Dio. In altre parole,la figura angelica assolveva anche il compito di mostrare agli esseri umani l'anima del Divino. Il Convivio di Dante sviluppò l'idea di un rapporto stretto tra anima e angeli,estendendola agli uomini più nobili,le cui anime finivano per essere rappresentate proprio da queste affascinanti e complesse figure alate. Sempre Medioevale è l'elaborazione degli angeli musicanti. Le basi teoriche sono antiche : già la Scuola pitagorica predicava l'esistenza di un legame tra musica e aritmetica. Il concetto fu ripreso nel Medioevo e collegato alla cosmologia,che insegnava che l'universo era regolato da rigidi rapporti aritmetici in grado di garantirne l'armonia. La musica ne era l'espressione più pura,e poiché si riteneva che a muovere i pianeti fossero le intelligenze angeliche,nacque l'idea che a suonare tali armonie fossero proprio gli angeli musicanti. Per quanto riguarda infine l'ordinamento gerarchico degli angeli,l'elaborazione di Pseudo-Dionigi l'Areopagita divenne definitiva proprio durante il Medioevo,tanto che lo ritroviamo persino nel Paradiso dantesco. La classificazione non si limitava però ai soli criteri militari,ma rifletteva almeno in parte anche l'ordine feudale della società,in cui un re (Dio) dominava un gran numero di feudatari (angeli). E nel frattempo interagiva con l'uomo e la sua vita di tutti i giorni.
Le gerarchie celesti
Secondo l'autore noto come Pseudo-Dionigi l'Areopagita,vissuto nel V secolo,la gerarchia degli angeli prevede 9 ordini,ciascuno con compiti specifici. La sua elaborazione fu ripresa per tutto il Medioevo.
1) Serafini : Circondano il trono di Dio : hanno sei ali e sono circonfusi di luce e di fuoco.
2) Cherubini : Hanno corpi di tori,leoni e aquile con visi umani. Trasportano il trono di Dio.
3) Troni : Hanno sembianze umane,quattro facce e quattro ali e portano la Giustizia sulla Terra.
4) Dominazioni : Hanno lo scopo di controllare e regolare l'attività di tutti gli angeli dei Cieli.
5) Virtù : Piccoli angeli custodi che portano sulla Terra valore e grazia.
6) Potestà : Tengono a bada i demoni affinché non si riversino sul mondo.
7) Principati : Proteggono le nazioni,le città e la dottrina cristiana.
8) Arcangeli : Sono messaggeri divini,i più noti e potenti.
9) Angeli : E' l'ordine più basso,il più vicino al mondo degli uomini.
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