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Cos'è il Cuore ?


 

Il cuore è l'organo situato in prossimità della parete anteriore del torace,appena dietro lo sterno,da cui dipendono tutte le funzioni dell'apparato cardiovascolare. Insieme al cervello,è l'organo più importante dell'organismo : il cuore funziona,infatti,come una pompa che provvede ininterrottamente a far circolare il sangue carico di ossigeno in tutti i distretti e tessuti. Per mantenere il cuore in salute e diminuire il rischio delle sempre più comuni malattie cardiocircolatorie occorre,innanzitutto,sapere com'è fatto e come funziona.


Forma & Dimensioni


Il cuore è un organo di natura muscolare,impari e cavo. La sua forma è grossolanamente conica ed il suo asse è diretto in avanti e verso il basso,in questo modo il ventricolo destro viene a trovarsi un po' più in avanti rispetto a quello sinistro. In un individuo adulto,il suo peso si aggira intorno ai 250-300 g. Le sue dimensioni sono simili a quelle del pugno di un uomo : il cuore misura 12-13 cm in lunghezza,8-9 cm in larghezza e circa 6 cm di spessore.


Dove si trova ?


E' situato al centro della gabbia toracica,nello spazio tra i due polmoni chiamato mediastino. Nel dettaglio,il cuore è situato dietro lo sterno,davanti alla colonna e sopra al diaframma. Ed è un Muscolo Involontario. Egli genera la forza necessaria a spingere il sangue nei vasi sanguigni e,per questa sua funzione,utilizza primariamente la muscolatura cardiaca. La componente muscolare del cuore è striata. Tuttavia,a differenza di tutti gli altri muscoli striati che consentono i movimenti del corpo,è involontario,cioè funziona in modo autonomo,grazie a impulsi elettrici generati dalle stesse cellule che lo costituiscono. Il cuore possiede una componente muscolare detta miocardio, è rivestita esteriormente da una membrana sierosa,chiamata pericardio,che lo fissa inferiormente al centro frenico del diaframma e lo avvolge in modo simile a un sacco,isolandolo e proteggendolo dagli organi vicini.

L'endocardio riveste,invece,internamente il miocardio ; si tratta di un tessuto sottile e robusto. Il cuore è dotato di quattro cavità. Internamente è divisibile in 2 sezioni separate da un setto : la sezione destra e la sezione sinistra.

Ciascuna sezione del cuore comprende due cavità (o camere),una superiore, l'altra inferiore,chiamate,rispettivamente,atri e ventricoli :


Sezione destra :


. Atrio destro in alto a destra ;

. Ventricolo destro in basso a destra ;


Sezione sinistra :


. Atrio sinistro in alto a sinistra ;

. Ventricolo sinistro in basso a sinistra ;


Gli atri ricevono il sangue che dai vari distretti del corpo,in un modo continuo, arriva al cuore,mentre i ventricoli pompano il sangue al di fuori di esso,per inviarlo alle altre zone del corpo. Atrio e ventricolo destro sono separati verticalmente dall'atrio e dal ventricolo sinistro da una lamina di tessuto ( setto cardiaco),che dunque divide il cuore a metà. Atri e corrispondenti ventricoli comunicano attraverso una valvola : a sinistra c'è la valvola mitrale,a destra la valvola tricuspide. Queste permettono il passaggio del sangue in un'unica direzione e cioè dagli atri ai ventricoli. Sulla faccia esterna del cuore si possono riconoscere delle linee,chiamate solchi,che segnano il confine tra :


. Atri e ventricoli (solco coronario o atrioventricolare ) ;

. I due atri (solchi interatriali ) ;

. I due ventricoli ( solchi longitudinali ).


Internamente esistono due setti,chiamati setto interatriale e setto interventricolare,che dividono il cuore in due metà distinte. La loro funzione è quella di impedire qualsiasi tipo di comunicazione tra i due atri e tra i due ventricoli. Come abbiamo detto,il cuore è dotato di valvole,la cui funzione consiste nel mantenere la direzionalità del flusso stabilita dal gradiente pressorio,durante la contrazione ed il rilasciamento delle camere cardiache (ciclo cardiaco).


Le valvole cardiache sono 4 :


. Due valvole atrioventricolari ( AV ) che,dal punto di vista strutturale,separano atri e ventricoli : valvola mitrale e valvola tricuspide ;


. Due valvole semilunari (SL) situate tra i ventricoli e le rispettive arterie,cioè aorta ed arteria polmonare : valvola aortica e valvola polmonare.


Le valvole sono costituite da membrane sottili,ma molto resistenti,che si aprono e chiudono ad ogni battito cardiaco in maniera coordinata,consentendo normalmente che il flusso di sangue si muova in una sola direzione attraverso il cuore,prevenendone il reflusso.


. La valvola mitrale ( o bicuspidale ),localizzata tra atrio e ventricolo sinistro,è costituita da due lembi (o cuspidi ) e da un anello valvolare che congiunge le cuspidi al cuore. Filamenti di tessuto connettivo ( corde tendinee) connettono i margini liberi dei lembi valvolari al muscolo cardiaco.

Lo sapevate che…. La valvola mitrale è chiamata così perché la sua forma ricorda la mitra,il copricapo dei vescovi.


. La valvola tricuspide (valvola AV di sinistra ) è dotata di 3 lembi elastici e mobili. Come per la valvola bicuspide,il corretto funzionamento della valvola tricuspide prevede l'interazione fra anello valvolare,corde tendinee,muscoli papillari e ventricolo sinistro. La funzione delle valvole semilunari è simile a quella delle valvole AV : permettono al sangue di fluire nel senso corretto,prevenendone il movimento inverso (dalle arterie ai ventricoli). Le valvole possiedono una caratteristica strutturale a nido di rondine (i lembi si inseriscono in un anello di tessuto ). La valvola aortica e la valvola polmonare hanno tre cuspidi e la loro posizione sfalsata assicura la chiusura del vaso impedendo il reflusso del sangue nel ventricolo. Queste valvole non sono provviste di corde tendinee.


. La valvola semilunare aortica collega il ventricolo sinistro all'aorta,che porta il sangue ossigenato a tutto l'organismo.


. Le valvole semilunari polmonari si trovano tra ventricolo destro e arterie polmonari,che portano il sangue carico di anidride carbonica (CO2 ) ai polmoni affinché venga ossigenato. Le valvole semilunari si aprono quando la pressione ventricolare supera quella arteriosa a valle : il sangue può così lasciare i ventricoli ed entrare nelle arterie. Le valvole si chiudono,invece, quando i ventricoli si rilasciano e la pressione ventricolare diviene più bassa della pressione arteriosa.


Il cuore è collegato ai principali vasi sanguigni del corpo umano :


. Nell'atrio destro confluiscono 3 vene : la vena cava superiore,la vena cava inferiore e il seno coronario,che porta il sangue refluo dalle arterie coronarie ;


. Il ventricolo destro è congiunto all'arteria polmonare ;


. Nell'atrio sinistro sbloccano le vene polmonari,che trasportano il sangue ossigenato di ritorno dai polmoni ;


. Infine,il ventricolo sinistro è connesso all'arteria aorta.


Per chiarire : si chiamano arterie tutti i vasi sanguigni che partono dal cuore e,viceversa,si chiamano vene tutti i vasi che affluiscono al cuore,indipendentemente dal contenuto di sangue ossigenato o no. Per questo motivo,nella piccola circolazione,le arterie polmonari trasportano sangue carico di anidride carbonica (sangue venoso),mentre le vene polmonari portano sangue ossigenato (sangue arterioso).


L'aorta è l'arteria più grande del corpo umano. Origina dal ventricolo sinistro, prima diretta in alto e in avanti,quindi posteriormente a formare il cosiddetto arco aortico,da cui si diramano le arterie che portano il sangue al cervello e agli arti superiori : le carotidi (testa,collo e viso ) e le succlavie (torace,spalle, braccia e cervello ). Oltre l'arco,l'aorta scende posteriormente nel torace,a fianco della colonna vertebrale,all'altezza della quarta vertebra lombare,si divide in due grossi vasi,le arterie iliache. Queste si prolungano nelle arterie femorali,da cui dipende l'arrivo del sangue alle gambe. Anche le coronarie, due importantissime arterie che irrorano il cuore,si diramano dal primo tratto dell'aorta e decorrono sulla superficie esterna del cuore. Le arterie coronarie costituiscono un sistema in grado di assicurare un apporto costante di ossigeno e sostanze nutritive al muscolo cardiaco. Per svolgere tutte le sue funzioni,il miocardio consuma,infatti,molta energia.

Il cuore è l'organo centrale dell'apparato cardiocircolatorio :


. Immette nei polmoni il sangue povero di ossigeno (di ritorno dagli organi e dai tessuti periferici),affinché questo possa ossigenarsi a livello degli alveoli ;



. Distribuisce il sangue ossigenato (di ritorno dai polmoni) negli organi e nei tessuti periferici,in modo da garantire a questi il nutrimento.


Il muscolo cardiaco funziona proprio come una pompa aspirante e premente,che riceve il sangue dalla periferia e lo spinge nelle arterie rimettendolo in circolo. Grazie alla sua attività,il sangue raggiunge vari distretti del corpo,assicurando a tutte le cellule l'ossigeno ed il nutrimento necessario a mantenerle in vita. La parte destra del cuore ( atrio e ventricolo destro) riceve il sangue proveniente da tutti i tessuti e lo invia ai polmoni,mentre la parte sinistra ( atrio e ventricolo sinistro),dopo averlo ricevuto dai polmoni,lo spinge in tutto il corpo. Il sangue scorre,infatti,all'interno dell'organismo in due circuiti,detti : piccola circolazione e grande circolazione.


Piccola circolazione


La piccola circolazione trasporta sangue venoso proveniente da tutto il corpo, pieno di anidride carbonica e di prodotti di rifiuto,dal cuore ai polmoni. Qui il sangue viene ossigenato,per poi essere nuovamente riportato al muscolo cardiaco con la seguente modalità :


1. Il flusso sanguigno che arriva dalla parte superiore del corpo (arti superiori, collo e testa) viene raccolto dalla vena cava superiore,mentre quello proveniente da torace,addome,pelvi e arti inferiori viene convogliato nella vena cava inferiore.


2. Le vene cave indirizzano il sangue nell'atrio destro,da cui viene spinto nel ventricolo destro e,tramite le arterie polmonari,entra nei polmoni per ossigenarsi.


3. Infine,le vene polmonari riportano il sangue ricco di ossigeno al cuore,nell'atrio sinistro.


Grande circolazione


La grande circolazione parte dal cuore e trasporta alla periferia il sangue ossigenato,per poi riportare al cuore il sangue venoso carico di anidride carbonica.


Più precisamente :


1. L'atrio sinistro pompa il sangue ossigenato,ricevuto dalle vene polmonari, nel ventricolo sinistro ;

2. Il ventricolo sinistro attua dei movimenti ritmici di pompaggio,con cui spinge con gran forza il sangue nell'aorta,la grande arteria da cui si originano tutte le arterie della grande circolazione ;


3. Dall'aorta,il sangue ossigenato viene immesso nella circolazione generale di tutto l'organismo fino ai capillari arteriosi ;


4. Dai capillari arteriosi il sangue passa in quelli venosi e inizia il suo viaggio di ritorno fino alle 2 vene cave che lo immettono nell'atrio destro del cuore.


Il muscolo cardiaco assicura il flusso del sangue nei due circuiti,grande e piccola circolazione,grazie a fasi rigide e spontanee di contrazione e di distensione.


. Durante la fase di contrazione,o sistole,il muscolo cardiaco si contrae e attraverso i ventricoli destro e sinistro,pompa il sangue rispettivamente verso i polmoni e verso tutto il resto dell'organismo.


. Durante la fase di distensione,o diastole,il muscolo si distende e i ventricoli si riempiono di nuovo del sangue proveniente dagli atri. In pratica,questo meccanismo coordina migliaia di cellule muscolari situate negli altri ventricoli riuscendo così a contrarsi in modo sincrono. L'attività di pompaggio è avviata e controllata da un sistema di conduzione elettrica dello stimolo.


In condizioni normali,lo stimolo per la contrazione cardiaca si origina in un punto dell'atrio destro,denominato nodo seno- atriale. Da quest'insieme di cellule specializzate in questo compito,gli stimoli elettrici si diffondono a tutte le regioni cardiache mediante un capillare sistema di conduzione. La propagazione dell'impulso procede attraverso tappe distinte : il nodo seno- atriale origina lo stimolo che eccita i muscoli atriali provocandone la contrazione. Tramite cellule conduttrici,l'impulso elettrico transita poi vero il basso fino a raggiungere il nodo atrio- ventricolare,una sorta di “cancello” posto fra atri e ventricoli. Da qui,si propaga fino a raggiungere il fascio di His, dal quale parte l'impulso di contrazione dei ventricoli. Una volta giunto ai ventricoli e attivata la contrazione del muscolo cardiaco lo stimolo elettrico si estingue. Ad ogni contrazione del cuore corrisponde un battito cardiaco (o polso). Per indicare il ritmo di contrazione del cuore si usa l'espressione ritmo sinusale. Il cuore è,pertanto,in grado di generare autonomamente gli stimoli per la sua contrazione. Tuttavia,esso necessita di particolari controlli esterni ( sistema nervoso simpatico e parasimpatico) per variare gli stimoli contrattili, in base alle richieste metaboliche. In caso di attività sportiva o agitazione,per esempio,ai muscoli e agli organi occorre più energia. Tramite il sistema nervoso autonomo,controllato dal cervello,il lavoro del cuore si adatta così alle esigenze dell'organismo. Per quanto riguarda il sistema nervoso,il sistema parasimpatico e simpatico possono essere considerati,nel loro insieme,come freno e acceleratore di un'automobile. Il sistema nervoso parasimpatico presiede a stazioni di quiete,digestione,accumulo di energie ; l'azione del sistema nervoso simpatico si manifesta,invece,in situazioni di emergenza (paura,attacco,fuga), eccitazione o attività fisica.


Il Ciclo Cardiaco : un lavoro ininterrotto


Il ciclo cardiaco è reso possibile dall'alternarsi di movimenti di contrazione e di rilassamento del miocardio :


. Il sangue arterioso espulso dal ventricolo sinistro durante la sistole percorre l'aorta e le successive diramazioni arteriose fino a raggiungere i capillari dei tessuti periferici. A questo livello,la funzione primaria del sangue è quella di far arrivare sostanze nutritive ed eliminare le scorie.


. Il sangue venoso,povero d'ossigeno e ricco di anidride carbonica,ritorna al cuore attraverso la vena cava superiore. Nel passaggio attraverso i polmoni, viene depurato dell'anidride carbonica ed arricchito nuovamente di ossigeno. Il sangue refluo dai polmoni giunge tramite le vene polmonari nell'atrio sinistro, dove passa nel ventricolo sinistro e da qui viene rimesso in circolo attraverso l'aorta. Questa successione di eventi avviene autonomamente e si ripete da 60 a 90 volte al minuto in condizioni di riposo. Normalmente,ogni battito pompa nel sistema vascolare da 0.7 a 1 dl di sangue,pari a 5-6 l al minuto. In casi di sforzi fisici estremi,la frequenza cardiaca può aumentare a 180 battiti al minuto o più e il volume del sangue pompato può arrivare fino a 25 l al minuto. La frequenza cardiaca indica il numero di volte in cui si compie il ciclo cardiaco nell'arco di un minuto.


Quanti devono essere i Battiti del Cuore ?


In condizioni normali,in un minuto il ciclo cardiaco si compie circa 70 volte, quindi si registrano 70 battiti del cuore. Negli atleti che si allenano con regolarità, la frequenza riposo è mediamente di circa 50 battiti al minuto.


Perché si dice “polso” ?


In relazione al cuore,è definita “ polso “ la misurazione della frequenza e si effettua manualmente,appoggiando un dito su un tratto di arteria. Di solito, la rilevazione del battito si fa nella zona del polso,da cui il nome stesso. Il modo più semplice per misurare il battito del cuore consiste nel cercare la pulsazione circa 2 dita al di sotto la base del pollice. Una volta individuate le pulsazioni bisogna guardare l'orologio e contare quante pulsazioni si verificano in un minuto. Per agevolare l'operazione si possono contare le pulsazioni per 15 secondi, per poi moltiplicare il numero per 4 : il risultato corrisponde alla frequenza cardiaca.



L'infarto


L'infarto è la morte o necrosi di un tessuto o di un organo che non ricevono un adeguato apporto di sangue e ossigeno dalla circolazione arteriosa a loro dedicata. Quando un vaso arterioso non ha un buon flusso,o non è in grado di aumentarlo in base alle esigenze del territorio che irrora,si manifesta l'ischemia dei tessuti a valle del vaso e,qualora l'ischemia sia sufficientemente prolungata da provocare necrosi,e l'infarto stesso. Può manifestarsi in molti distretti dell'organismo umano,con questo termine è indicato,però,più comunemente l'infarto cardiaco,che interessa principalmente il tessuto muscolare del cuore o miocardio,e l'infarto cerebrale,chiamato comunemente ictus ischemico . Insieme, l'infarto cardiaco e cerebrale rappresentano anche la più comune causa di morte dei paesi sviluppati. La necrosi del tessuto colpito da infarto,se non è stato fatale,viene riparata attraverso un processo di cicatrizzazione. In questo modo l'organo interessato perde una parte della sua funzionalità.

Le forme più frequenti sono :


. L'infarto del miocardio ;

. L'infarto cerebrale ;

. L'infarto intestinale ;

. L'infarto polmonare ;


La causa più frequente di infarto cardiaco o cerebrale è la malattia aterosclerotica delle arterie che portano il sangue a cuore e cervello. L'aterosclerosi (è una condizione patologica caratterizzata da alterazioni della parete delle arterie che perdono la propria elasticità a causa dell'accumulo di calcio,colesterolo,cellule infiammatorie e materiale fibrotico perciò determina l'irrigidimento delle arterie) colpisce gli strati più interni delle pareti vascolari ed è caratterizzata dalla formazione di lesioni o placche ricche di grasso (cioè colesterolo),cellule di parete in fase di proliferazione e cellule infiammatorie. Le placche aterosclerotiche,che possono essere localizzate o diffuse, determinano spesso il restringimento del lume del vaso e si complicano con la formazione di un coagulo sulla loro superficie. Questo può determinare la brusca occlusione del vaso stesso con conseguente ischemia prolungata e infarto dei tessuti a valle. Ogni infarto ha i suoi sintomi specifici. I fattori di rischio per l'aterosclerosi e l'infarto sono distinti in fattori modificabili e fattori non modificabili.


Fattori non modificabili :


. Età : il rischio di infarto,come per quasi tutte le patologie cardiovascolari, aumenta con l'avanzare dell'età.


. Sesso : l'aterosclerosi e l'infarto sono più comuni negli uomini rispetto alle donne per le decadi dell'età giovanile e matura. Dopo la menopausa femminile il rischio di aterosclerosi e infarto è analogo negli uomini e nelle donne.


. Familiarità : chi presenta nella propria storia familiare casi di malattie cardiovascolari acute è maggiormente a rischio di infarto,soprattutto se la patologia cardiovascolare del congiunto si è manifestata in età giovanile.


Fattori modificabili :


. Stile di vita : sedentarietà e fumo sono fra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare. Smettere di fumare e condurre una vita attiva,facendo regolarmente 20-30 minuti di attività fisica al giorno,è il metodo migliore per prevenire i problemi cardiovascolari e tutelare la salute.


. Alimentazione : una dieta troppo ricca di calorie e grassi contribuisce ad aumentare il livello del colesterolo e di altri grassi (lipidi) nel sangue,rendendo più probabili l'aterosclerosi e l'infarto. Un'alimentazione sana ed equilibrata ha una grande valenza per prevenire tali malattie.


. Ipertensione arteriosa : la “pressione altao ipertensione arteriosa può avere varie cause e interessa una larga fetta della popolazione di età superiore ai 50 anni. Si associa ad un aumentata probabilità di sviluppare l'aterosclerosi e le sue complicanze,come l'infarto cardiaco o cerebrale. Condiziona un aumento del lavoro cardiaco che si traduce nel tempo con il progressivo malfunzionamento del cuore e la comparsa di scompenso cardiocircolatorio.


. Diabete : l'eccesso di glucosio nel sangue danneggia le arterie e favorisce l'aterosclerosi,l'infarto miocardico e cerebrale e il danno di organi importanti come il rene,con la comparsa di insufficienza renale,a sua volta associata ad un aumentato rischio cardiovascolare.


Chi viene colpito da infarto cardiaco o cerebrale il trattamento ospedaliero è una terapia medica o suggerimenti sulle correzioni dei fattori di rischio.



L'infarto del miocardio


E' la necrosi di un tessuto o di un organo che non ricevono più un apporto di sangue adeguato e ossigeno dalla circolazione arteriosa. Perciò,è intesa la necrosi di una parte del muscolo cardiaco a seguito dell'ostruzione di una delle coronarie,arterie responsabili dell'irrorazione. Si può manifestare a riposo,dopo un'emozione intensa,durante uno sforzo fisico rilevante o dopo che è già terminato. Il suo esordio clinico è brusco ed in prevalenza caratterizzato da sintomi tipici,che sono identificabili nella maggior parte dei casi. E' una malattia associata ad un'elevata mortalità se non è adeguatamente trattata, che richiede l'intervento del Sistema di Soccorso urgente (il 118) e l'arrivo del paziente presso l'Ospedale dotato di tutte le potenzialità di trattamento,nel più breve tempo possibile. Le complicanze dell'infarto in fase acuta sono :


. Lo shock con grave prostrazione del paziente,bassa pressione arteriosa, tachicardia ed estremità fredde e umide a causa della vasta estensione dell'area di necrosi.


. L'edema polmonare acuto,con grave mancanza di respiro.


. L'ischemia di altri organi per la scarsa capacità del cuore di svolgere la propria azione di pompa vitale per la circolazione del sangue.


E' provocato dall'occlusione parziale o totale di un'arteria coronarica. Questo avviene per la formazione di un coagulo ( o trombo) su una delle lesioni aterosclerotiche che possono essere presenti sulla parete vascolare e che sono a stretto contatto con il lume interno. Non è nota né la causa dell'aterosclerosi né della formazione improvvisa di un coagulo sulla placca coronarica : sono state avanzate molte ipotesi tra cui l'infiammazione dei vasi,e l'infezione da parte di germi. In casi rari l'infarto è la conseguenza di una malformazione coronarica ( con restringimento del lume e formazione di un trombo) o dello scollamento dei foglietti della parete coronarica (dissezione) che porta quello interno a sporgere nel lume restringendolo in modo rilevante e predisponendolo alla chiusura totale ( o per trombo o per compressione meccanica ). Sono state descritte negli ultimi anni forme di infarto che si manifestano in assenza di malattia coronarica e con un interessamento prevalente dell'apice del cuore.

La sindrome di Takotsubo è un infarto miocardico dell'apice che esordisce dopo un intenso stress emotivo e colpisce prevalentemente le donne. E' caratterizzata da una fase iniziale in cui la porzione di muscolo cardiaco che non si contrae può essere abbastanza estesa,coinvolgendo l'apice e i segmenti intermedi,con tendenziale buon recupero della contrattilità a distanza. Le coronarie sono indenni dai restringimenti o da occlusioni. Il cuore,osservato all'ecocardiogramma,tende ad assumere un aspetto che ricorda il cestello utilizzato dai pescatori in Giappone,da cui il nome stesso della sindrome che è stato proposto dai ricercatori giapponesi che l'hanno descritta per primi. L'infarto,tuttavia,resta ancora oggi una malattia mortale. La mortalità è tanto maggiore quanto più tardivo è l'accesso di un paziente con infarto miocardico acuto in un Ospedale nel quale possa essere trattato adeguatamente. E' opportuno ricorrere ai Soccorsi in tutti i casi in cui si sospetti la presenza di un infarto cardiaco per iniziare al più presto il monitoraggio del paziente,trattare tempestivamente le complicanze fatali che possono verificarsi nelle prime ore

(aritmie gravi come la fibrillazione ventricolare : è una sequenza scoordinata e potenzialmente letale di contrazioni molto rapide e inefficaci dei ventricoli (le camere inferiori del cuore),causata da molti impulsi elettrici caotici) e cominciare a somministrare i primi farmaci sul coagulo o trombo coronarico.

I sintomi più frequenti sono : dolore al petto,la sudorazione fredda e profusa, uno stato di malessere profondo,la nausea e il vomito. Il dolore,definito anche precordiale (prossimo alla sede intratoracica del cuore) o retrosternale (il paziente lo attribuisce allo spazio toracico che si trova dietro lo sterno) si può irradiare ai vasi del collo e alla gola,alla mandibola ( soprattutto sul ramo sinistro),alla porzione di colonna vertebrale che sta fra le due scapole,agli arti superiori ( il sinistro è coinvolto più spesso del destro) e allo stomaco. Spesso il dolore compare per brevi intervalli temporali e si risolve spontaneamente,prima di manifestarsi in modo più duraturo,con i sintomi già descritti. Quando il dolore al petto,spontaneo o da sforzo,si manifesta per una durata massima di 30 minuti si parla di angina pectoris : è una condizione di ischemia del cuore che non arriva ad essere così prolungata da provocare necrosi. Ci sono pazienti che addirittura lamentano l'angina da ore o giorni,a mesi o anni prima dell'infarto.

L'infarto miocardico è un'esperienza soggettiva : non tutte le persone che ne sono colpite descrivono gli stessi sintomi. Normalmente,un episodio acuto dura circa 30-40 minuti,ma l'intensità dei sintomi può variare notevolmente. In alcuni casi il paziente riferisce di avvertire una sensazione di morte imminente, che lo porta a cercare immediatamente il Soccorso Medico. Possono essere riportati anche stordimento e vertigini,mancanza di respiro in assenza di dolore toracico (soprattutto nei pazienti diabetici),svenimento con perdita di coscienza.

Molte persone confondono l'infarto miocardico con l'arresto cardiaco . Sebbene l'infarto miocardico possa causare l'arresto cardiaco,non né è l'unica causa,ed un infarto miocardico non determina necessariamente l'arresto cardiaco. L'infarto viene generalmente diagnosticato in base ai sintomi riferiti dal paziente. Nel caso del sospetto infarto del miocardio,è possibile confermare l'ipotesi diagnostica mediante l'elettrocardiogramma . Attraverso gli esami del sangue,è possibile diagnosticare un infarto rilevando la presenza di alcune sostanze ( gli enzimi cardiaci) che vengono rilasciate nel sangue dalle cellule del muscolo cardiaco che sono andate incontro a morte e permangono in circolo fino a un paio di settimane. E' possibile verificare la diagnosi di un infarto e valutare i danni attraverso un ecocardiogramma con Color Doppler. La malattia delle coronarie viene valutata mediante coronarografia con impiego del mezzo di contrasto. Dopo un infarto si può valutare indirettamente il grado di efficienza della circolazione coronarica e l'eventuale comparsa di ischemia mediante l'Elettrocardiogramma da sforzo,Ecocardiogramma da sforzo o da stress farmacologico,Scintigrafia miocardica da sforzo o da stress farmacologico e Risonanza magnetica da stress farmacologico.

Si interviene,come primo obiettivo,nella riapertura della coronaria che è occlusa. In questa fase il tempo risparmiato tra l'arrivo del paziente e la riapertura del vaso si traduce in un guadagno del muscolo cardiaco prima che venga danneggiato in modo irreversibile. Il trattamento prevede la disostruzione del lume della coronaria mediante l'introduzione di un catetere dotato di palloncino gonfiabile all'apice capace di passare attraverso il coagulo presente nel punto di massimo restringimento della coronaria stessa e schiacciarne le componenti sulle pareti (angioplastica coronaria ),e il posizionamento di una protesi a rete all'interno del vaso (Stent ) che contribuisce a mantenerlo aperto dopo la disostruzione. Oppure si può ricorrere a un bypass coronarico che consente nel creare chirurgicamente un canale di comunicazione fra l'aorta e la coronaria ristretta o ostruita a valle della lesione,mediante l'utilizzo di altre arterie (arteria mammaria interna) o vene ( safena rimossa dagli arti inferiori).

Dopo un infarto miocardico segue un periodo di riabilitazione cardiologica ; che può essere fatta in un regime di degenza o,ambulatorialmente,a seconda della gravità dell'infarto stesso.









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