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L'isola fantasma di Venezia


 Poveglia è un'isola della laguna di Venezia (è la laguna più estesa del mar

Mediterraneo,con una superficie di circa 550 km2,di cui l'8% formati da terraferma,circa l'11% permanentemente composto d'acqua o canali dragati e

circa l'80% costituiti da piane di marea : è un ambiente sedimentario per cui

la sedimentazione è controllata dal flusso e riflusso della marea : si sviluppano

lungo coste basse,a debole inclinazione ; o le artificiali casse di colmata) posta

a sud,difronte a Malamocco (è un quartiere e una località del comune di Venezia,situata nella parte meridionale dell'isola del Lido) lungo il Canal Orfano,che collega la bocca di porto di Malamocco con Venezia.

La sua superficie è di 7.25 ettari,e quindi è un'isola abbastanza grande nel

contesto lagunare. Anticamente era denominata Popilia,probabilmente per la

sua ricca vegetazione di pioppi o in relazione alla vicina Via Popilia-Annia,

fatta costruire dal console romano Publio Popilio Lenate (è stato un politico e

console nel 132 a. C.). Nelle antiche mappe cinquecentesche l'isola appare

nominata con Poveggia. A seguito dell'invasione longobarda del VI secolo

(inizia dal 501 al 600 d. C.) e della distruzione della città dell'entroterra (in

particolare Padova ed Este),divenne uno dei centri di reinsediamento delle

popolazioni in fuga verso le coste. Divenuta borgo e sede di un castello,il

centro contribuì efficacemente,tra l'809 e l'810 d. C.,alla resistenza di Metamauco,l'antica capitale del ducato di Venezia (la Repubblica di Venezia,

a partire dal XVII secolo Serenissima Repubblica di Venezia,è stata una

repubblica marinara con capitale Venezia. Fondata secondo l'antica tradizione

nel 697 d. C. da Pauluccio Anafesto),assediata dai Franchi (furono un antico

popolo di altri numerosi germanici che entrarono nel tardo Impero romano come federati e stabilirono un reame duraturo nell'antica Gallia).

Gli abitanti di Popilia,per l'attiva parte avuta nella difesa dall'invasione franca,

ricevettero molti privilegi,quali l'esenzione dalle tasse,dal servizio militare e

dal remare nelle galee. Nell'864 d. C. vi si insediarono le famiglie dei 200 fedelissimi servi di Pietro Tradonico (fu doge del Ducato di Venezia dall'836 d. C. alla morte) che,in seguito alle rivolte scaturite dall'uccisione del doge, qui

avevano ottenuto dal successore Orso I Partecipazio la concessione di terre e

valli,con l'obbligo di censimento annuale e di atto d'omaggio (era un formale

atto di sottomissione con il quale un signore feudale riconosceva la superiorità

di un altro nobile) da compiersi il secondo giorno di Pasqua,ed il diritto di avere

come governatore un castaldo ducale (era una circoscrizione amministrativa

governata da un funzionario della corte regia,il gastaldo,delegato ad operare in

ambito civile,militare e giudiziario),affiancato da 27 consiglieri locali.

Poveglia era un centro florido,sia economicamente,sia demografico. Le

famiglie locali (Musso,Boyso,Barbalongolo) erano impegnate nella pesca e

nella salinatura,con interessi anche a Chioggia (comune di 48.086 abitanti

della città di Venezia) e a Pellestrina (è un'isola della laguna veneta).

A livello ecclesiastico,faceva capo alla pieve (fu un'antica circoscrizione

territoriale religiosa e civile capo ad una chiesa rurale con battistero,detta

chiesa matrice,pievana) di San Vitale. La prosperità del centro è pure

testimoniata dall'insediamento,durante il dogado di Bartolomeo Gradenigo

(fu il 53° doge di Venezia dal 7 novembre 1339),di un podestà,la cui giurisdizione si estendeva anche sulle vicine Malamocco e Pellestrina.

La decadenza di Poveglia coincise con la guerra di Chioggia (fu un conflitto

combattuto dalla Repubblica di Genova contro la Repubblica di Venezia tra il

1378 e il 1381),allorché si decise di evacuarne la popolazione a Venezia.

Nonostante la costruzione di una fortificazione ottagono Poveglia (è un isolotto

artificiale dal complesso sistema difensivo),l'isola fu ugualmente occupata

dall'ammiraglio genovese Pietro Doria,che da qui bombardò il monastero di

Santo Spirito (è un'isola della Laguna Veneta meridionale,situata tra Poveglia e

San Clemente ; la sua superficie è di 2.53 ettari). Alla conclusione del conflitto

Poveglia era completamente devastata e i suoi abitanti ridotti. I povegliotti tuttavia,mantennero per secoli la propria identità. In seguito,le sue funzioni si

orientarono sempre più verso fini sanitari : assegnata al Magistrato alla Sanità,

dal 1782 le sue strutture servirono al controllo di uomini e merci e, all'occorrenza,da lazzaretto (era un luogo di confinamento e d'isolamento per

portatori di malattie contagiose,in particolare di lebbra e di peste ; le isole del

Lazzaretto Vecchio : ospitò un ospedale,che curava i contagiati durante le

epidemie. Fu in seguito adibita a postazione militare ; e del Lazzaretto Nuovo,

erano divenute inadeguate. In due occasioni,nel 1793 e nel 1798,ospitò gli

equipaggi di due imbarcazioni tutti contagiati dalla peste. La sua storia macabra,iniziò,però,nel 1700 quando diventò luogo di quarantena per uomini e

merci,e lazzaretto dove furono confinati i contagiati dal morbo,una volta deceduti,venivano bruciati e sepolti sull'isola stessa. Proprio durante il lungo

corso di quegli anni,nacquero leggende e storie inquietanti sui fantasmi delle

persone colpite e uccise dal morbo che sono rimasti “confinatisull'isola.

Racconti che a distanza di secoli sono avvolti dal mistero e aumentarono

specialmente quando,tra il 1922 e il 1946,l'isola fu sede di uno strano edificio,

la cui funzione è ancora oggi oggetto di dibattito : stando ad alcuni archivi storici,la struttura avrebbe ospitato una casa di riposo per anziani,tuttavia molti

elementi inducono a pensare che si fosse trattato in realtà di un ospedale

psichiatrico. Ipotesi avvalorata dalla presenza di una pietra recante la scritta

reparto psichiatria”,tutt'ora presente tra le rovine dell'isola. La leggenda narra

che all'interno del manicomio sarebbero state praticate terribili torture sui

pazienti ricoverati. Tra i racconti più inquietanti,c'è quello sul responsabile

del reparto psichiatria che,dopo aver condotto orribili esperimenti sui pazienti,

sarebbe impazzito tormentato dagli spiriti dei deceduti,e si sarebbe gettato

giù dal campanile dell'antica pieve di San Vitale. L'infermiera che assistette

all'accaduto,sostenne che l'uomo non morì subito al violento impatto al suolo,

ma bensì soffocato da una nebbia che si era propagata dal terreno. Nel 1968,

l'isola venne ceduta al Demanio,ma alcuni visitatori raccontano di aver visto gli

spiriti dei pazienti deceduti nell'edificio vagare nei corridoi silenziosi e deserti

sentendo voci e lamenti.






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