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Vincenzo Tiberio


 Vincenzo Tiberio nacque il 1° maggio 1869 a Sepino (comune di 1.818 abitanti

della provincia di Campobasso,in Molise) in una famiglia molisana benestante :

il padre,Domicantonio,era un notaio,e la madre,Filomena Guacci, apparteneva

ad una famiglia dell'agiata borghesia dedita al commercio. Quando Vincenzo

aveva 7 anni e il fratello maggiore Sebastiano 9,la madre morì e il padre si ritrovò vedovo con 2 figli piccoli da allevare. Così si risposò con Rosa Palladino di Guardiaregia,una nobildonna,che i figli accettarono. Nel paese

natale Vincenzo compì gli studi elementari e quindi quelli medi ginnasiali,

frequentando il Ginnasio “Catone”. Nell'anno scolastico 1883/1884 sostenne

gli esami di licenza ginnasiale presso il Liceo “Mario Pagano” (Francesco

Mario Pagano è stato un giurista,filosofo,politico e drammaturgo,uno dei

maggiori esponenti dell'Illuminismo italiano) di Campobasso, superandoli

molto brillantemente. Ottenuta l'ammissione,si trasferì a Campobasso per

frequentare il Liceo,conseguita la licenza liceale,si iscrisse alla Facoltà di

Medicina e Chirurgia dell'Università di Napoli. Per frequentare l'università

si trasferì presso gli zii Graniero ad Arzano,qui conobbe la bella e giovane

cugina Amalia Teresa,della quale si innamorò ; frequentò l'istituto di igiene,

dove venne a contatto con le metodiche di laboratorio batteriologico e chimico.

Nel settembre 1893,in anticipo di 1 anno sugli studi,si laureò in Medicina.

Nel giugno 1894 fu bandito il concorso all'incarico di Ufficiale Sanitario,

Vincenzo,era già divenuto Assistente ordinario,a questi corsi partecipò come

docente e pubblicò il suo primo lavoro scientifico : “Esame chimico microscopico e batterioscopico di due farine lattee italiane”.

Prima che terminasse il suo anno di assistentato,Vincenzo vinse il Concorso per

Ufficiale Medico della Regia Marina ; e prese servizio il 1° gennaio 1896 con il

grado di Medico di seconda classe,assegnato al terzo Dipartimento Marittimo.

Nel febbraio dello stesso anno fu imbarcato sulla nave da battagliaSicilia

(è stata una nave da battaglia predreadnought della Regia Marina Italiana della

classe re Umberto),inviata,con una squadra navale internazionale,a Creta,dove

erano scoppiati violenti contrasti tra la comunità greca e quella turca ( la

guerra greco-turca del 1897,è stato un conflitto armato tra il Regno di Grecia e

l'Impero Ottomano per lo status dell'isola ) ; giunto sull'isola,Vincenzo si occupò della disinfestazione degli alloggi dei marinai e del risanamento della rete idrica,dove c'erano pericolose infiltrazioni per la potabilità dell'acqua. Curò

casi di tifo,paratifo e dissenteria (è una malattia infettiva a carico dell'apparato

digerente causata dall'ingestione di alimenti infetti o di acqua non potabile,i

sintomi sono : febbre,diarrea,dolori addominali e tenesmo rettale- cioè una

condizione caratterizzata da una contrazione spasmodica associata a dolore

dello sfintere anale e accompagnata da un continuo stimolo a evacuare-).

Rientrò in Italia nel 1898. Nel dicembre del 1900,su sua richiesta,fu imbarcato sulla cannoniera “Volturno” diretta in missione a Zanzibar (è una regione

semi autonoma della Tanzania). Giunto sul posto trovò un'epidemia di vaiolo

e dovettero fermarsi alla fonda per 9 mesi ; Vincenzo affrontò molte problematiche,tra cui la potabilizzazione dell'acqua,alla dieta dei marinai, a

casi di malaria e beri-beri (è una malattia causata da una scarsità di vitamina

B1),la missione terminò nel giugno del 1902. Di seguito si imbarcò sulla nave

ospedale Re d'Italia. Il 28 dicembre 1908 ci fu il tragico terremoto di Messina,e il governo organizzò una nave ospedale che fu inviata nella città

completamente devastata,furono imbarcate più di 2.000 persone tra profughi e

feriti. Nel 1905 Vincenzo sposò la cugina,la bella Amalia Teresa Graniero, che

ricambiò il suo amore. Nonostante la consanguineità,la famiglia accettò il

matrimonio,ma ciò che preoccupò molto Vincenzo fu il rischio di una prole con

handicap ; il matrimonio fu celebrato,mediante autorizzazione Reale,il 5 agosto

1905 nella Cappella della casa dei suoceri ad Arzano,e portò in seguito alla nascita di 3 figlie. Negli anni in cui si dedicò alla ricerca e studi batteriologici

sulle muffe alla Facoltà di Medicina a Napoli,nel cortile della casa di Arzano,

dove viveva,vi era un pozzo in cui veniva raccolta l'acqua piovana,che poi veniva usata,successivamente,anche per bere,l'umidità faceva sì che sul bordo

della cisterna crescesse spesso la muffa,per cui periodicamente era necessario

ripulirla. Vincenzo,però,notò che,ogni volta che il pozzo veniva ripulito,gli

abitanti della casa (e anche il vicinato) andavano incontro ad epidemie

influenzali,gastroenteriti (un'infiammazione che colpisce l'intestino tenue),

febbri,e molti altri malesseri,cosa che non accadeva quando invece cresceva la

muffa. Sottoposta a verifica sperimentale,Vincenzo dimostrò come l'azione

terapeutica delle muffe fosse legata ad alcune sostanze presenti in esse,dotate

di una potente azione battericida (indica una sostanza antimicrobica in grado di

uccidere i batteri) e chemiotattica ( la chemiotassi è il fenomeno con cui i

corpi cellulari,batteri e altri organismi direzionano i loro movimenti a seconda

della presenza di alcune sostanze chimiche nel loro ambiente). Riuscì,inoltre, ad

isolare alcune di queste sostanze e a sperimentarne l'effetto benefico,sia in

vitro (significa “sotto vetro”,è usata per indicare fenomeni biologici riprodotti in provetta),sia in vivo su cavie e conigli,fino ad arrivare alla preparazione di

una sostanza con potenti effetti antibiotici. Il suo lavoro consisté nel coltivare,

su terreni di coltura da lui preparati,alcuni ceppi di ifomiceti (Hyphomycetes è

un gruppo di funghi imperfetti),nel preparare un estratto acquoso dei singoli

miceti e nello studiare la loro azione sui batteri,quali il bacillo del tifo (Salmonella Typhi,o febbre tifoide),il bacillo del carbonchio,il vibrione del

colera e vari ceppi di stafilococco. I risultati della sua ricerca gli consentirono

di osservare che :”nella sostanza cellulare delle muffe esaminate sono contenuti dei principi attivi solubili in acqua forniti di azione battericida”.


Durante quegli anni non poté continuare i suoi studi,poi,quando dopo lunghi

trasferimenti tornò,finalmente,a Napoli,non ebbe tuttavia la possibilità di portare avanti i suoi studi,poiché un terribile infarto miocardico (L'infarto

miocardico acuto (IMA) è una necrosi,morte cellulare,dei miociti provocata da

ischemia,è la totale o parziale assenza di afflusso di sangue,prolungata,per uno

squilibrio fra richiesta e offerta di ossigeno) lo stroncò il 7 gennaio del 1915,a

soli 45 anni. Fu successivamente Alexander Fleming che nel 1928 scoprì la

potente penicillina portando avanti e completando gli studi di Vincenzo.


Nel prossimo articolo che seguirà vedremo come nei secoli passati terribili

epidemie decimarono e uccisero moltissime persone in assenza della penicillina.





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